CASALE. I finanzieri del comando provinciale di Napoli e dello Scico di Roma, coordinati dalla Dda partenopea, hanno sequestronel casertanobeni per un valore di 40 milioni di euro al clan camorristico dei Casalesi.
Il sequestro riguarda i beni di un uomoritenuto affiliato alla fazione Bidognetti del clan casertano,attualmente detenuto per associazione di stampo mafioso. L’indagato, indicato da numerosi collaboratori di giustizia, impiegava da anni i proventi illeciti delle attività criminali dell’organizzazione alle quali partecipava, con un ruolo attivo, acquistando ed occultando armi e munizioni, fornendo auto e moto utilizzate per commettere agguati mortali e favorendo la latitanza di pericolosi esponenti.
I beni, formalmente intestati anche a familiari prestanome, sono costituiti da terreni, fabbricati, automezzi, rapporti finanziari e quote sociali di 11 società, attive soprattutto nel settore delle costruzioni, una delle quali proprietaria del Centro Commerciale Giolì di Castel Volturno (Caserta), inaugurato lo scorso anno, con al suo interno un supermercato ed oltre 70 negozi.
L’operazione e’ stata denominata dagli inquirenti ‘Molecola’. All’indagine hanno collaborato una decina di pentiti. Il centro commerciale era intestato a Tammaro Diana, attualmente in carcere per associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti Diana apparterrebbe al clan capeggiato da Francesco Bidognetti, ‘cartello’ della cosca dei casalesi. Contro Diana avrebbero puntato il dito pentiti un tempo appartenenti ai gruppi capeggiati da Bidognetti e Francesco Schiavone detto ‘Sandokan’.
Secondo la Dda “in concomitanza dell’ascesa criminale di Tammaro Diana all’interno del clan dei casalesi -spiega il procuratore aggiunto Cafiero de Raho – la posizione economica dei genitori e dei fratelli si e’ consolidata in maniera esponenziale a fronte di redditi dichiarati quasi inesistenti”. Gli accertamenti sono stati eseguiti con l’ausilio del software ‘Molecola’ sistema in uso alla Guardia di Finanza che ha consentito di incrementare l’efficienza e la rapidita’ delle indagini recuperando dati e notizie su tutti gli indagati. Il sistema ‘Molecola’ lavora utilizzando piattaforme applicative in ambiente web, si interfaccia con il software di analisi relazionale in uso a tutte le forze di polizia arricchendolo di preziose informazioni. Le indagini hanno consentito di individuare sulla scorta di elementi di criticita’ e dati significativi tutti i beni nella disponibilita’ di Diana e del suo nucleo famigliare e detenuti senza alcuna giustificazione lecita alla luce dei redditi dichiarati.