“Il Volto di Gomorra”, presentazione alla cooperativa Agropolis

di Redazione

Il Volto di GomorraSAN CIPRIANO. Nell’ambito del “cOrto Biologico Film Fest”, nel bene confiscato alla camorra sito in via Ruffini, a San Cipriano di Aversa, gestito dalla cooperativa Agropolis, si è tenuta la presentazione del libro “Il Volto di Gomorra”, …

…un racconto fotografico della guerra ingaggiata dal clan dei Casalesi contro i cittadini e lo Stato negli ultimi sei anni. Il libro è diviso in dodici capitoli e racchiude circa 180 fotografie, molte delle quali inedite: dall’arresto di latitanti scovati nel loro covo, ai blitz, agli attentati che hanno caratterizzato l’ultima fase della guerra camorristica nell’agro aversano.

Gli autori sono Nicola Baldieri e Mimmo Franzinelli. Baldieri fotografo free lance, ma soprattutto fotografo di frontiera, è una figura imprescindibile per gli operatori dell’informazione investigativa nella lotta all’Antimafia, specie nelle incursioni più rischiose. Franzinelli è lo storico contemporaneo che ha contestualizzato gli scatti. Questo particolare connubio tra un reporter di prima linea ed uno stimato professore specializzato nella storia del fascismo, è nato grazie al magistrato aversano Nicola Graziano che, dando risalto al rilevante repertorio fotografico maturato negli anni da Baldieri, ha fatto sì che il professor Franzinelli si attivasse presso la casa editrice Mondadori per la produzione dell’opera.

Il dibattito, moderato da Michele Docimo, ha visto la partecipazione, oltre che di Baldieri, del professor Fortunato Allegro dell’associazione “Convergenze”, dei giornalisti Tina Cioffo (Il Mattino), Tina Palomba (Corriere di Caserta), Marilena Natale (Gazzetta di Caserta) e Paolo Esposito (Caffè News). Baldieri ha descritto la gestazione della sua fatica editoriale, determinata dal suo incessante lavoro negli ultimi anni. Il reporter in queste terre deve decidere di dare la prevalenza alla sua passione-lavoro piuttosto che al privato. Non ci sono orari o festività comandate, in quanto devi essere sempre pronto a seguire la notizia, e la cosa più devastante è confrontarsi con persone che spesso vivono a pochi isolati da te, nella stessa cittadina.

Nell’introduzione all’opera, il professor Allegro ha fatto un’importante similitudine tra l’Impero Romano, che iniziò il suo declino scendendo a patti con i barbari, e ciò che da quarant’anni accade nei nostri territori dove ai camorristi è stato consentito di entrare nelle maglie del sistema economico e sociale. Nell’opera di Baldieri si legge chiaramente sui visi immortalati dei boss un sorriso di sfida verso lo Stato, verso la parte onesta della società. Il dibattito è avvenuto alla presenza di un folto pubblico, composto soprattutto da giovani che, nell’ambito del progetto sulla scoperta dei luoghi di Don Diana, e grazie ad organizzazioni come Libera, sono giunti da tutta l’Italia.

Si è discusso a lungo su come fare informazione nei luoghi di camorra, come si opera e cosa spinge giornalisti del territorio ad intraprendere battaglie molte volte osteggiate. La risposta dei giornalisti sostanzialmente si è incentrata sulla passione che li lega alla professione e sulla volontà di cambiare lo status quo esistente attraverso la sensibilizzazione e la denuncia che è forza imprescindibile in questa professione. I ragazzi erano in particolar modo interessati alla reazione dei giornalisti di fronte alle minacce, subite dalle protagoniste del dibattito. Mentre Cioffo ha invitato a non “fasciarci la testa e non giustificare l’omertà per il timore del possibile uso della violenza, Natale ha messo in luce come la sua passione per il giornalismo sia superiore a qualsiasi minaccia e Palomba ha sostenuto come la camorra sia un fenomeno umano e come tale è destinato ad estinguersi. L’ultimo argomento ha riguardato la mancanza nella cosiddetta “zona grigia”, laddove gli interessi criminali si fondono con quelli politici, di un repertorio documentale come ne “Il volto di Gomorra”.

La giornata si è chiusa con l’auspicio che Baldieri, un giorno non troppo lontano, possa immortalare certi personaggi, che oggi avvelenano la nostra società, senza il solito sorriso, ma con la testa china dello sfidante che sa di aver perso in maniera definitiva la contesa.

di Giovanni Russo

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