SANTARPINO. Il cambio di nome dellattuale piazza Umberto I°, che diventerà a breve piazza tenente Giuseppe Macrì, ha creato una polemica in paese tra chi è a favore e chi no.
Sullargomento interviene Elpidio Arena, dellassociazione Pat, secondo cui è giusto e doveroso intitolare la piazza al tenente Macrì: Mi sembra superfluo ed inutile ricordare le imprese del tenente, ma vorrei soffermarmi su tutte quelle vicende storico-sociali che lo mettono in relazione con il nostro paese e conseguentemente con i suoi cittadini. Nel lontano 1903 allacquisto dellattuale palazzo ducale, costato 14.500 lire e di proprietà dei Caracciolo, Giuseppe Macrì era un ex tenente militare divenuto agricoltore-commerciante in seguito alla pensione. Il nuovo lavoro gli permise fin da subito di instaurare un buonissimo rapporto con i cittadini santarpinesi ai quali lo legava un profondo senso di affetto e gratitudine. Un affetto che lo portava, ogni qual volta un santarpinese bussava alla sua porta in cerca di cibo e/o sostentamento, ad aiutarlo indipendentemente dal suo nome o dalla sua classe sociale. Era diventata opinione comune che chiunque bussasse alla porta del tenente non sarebbe andato via a mani vuote. Ora mi chiedo cosa spingeva una figura per certi versi gloriosa come quella del tenente a provare un così forte senso di gratitudine e di affetto verso un popolo allora per lo più analfabeta e contadino? Non era forse la stessa persona che anni prima, partita da Messina, sua terra natia, aveva combattuto al fianco di Garibaldi ed in seguito era divenuta tenente dellesercito italiano? Non era forse la stessa persona di cui per anni si parlava solo per il suo astio nei confronti della fede e per il suo amore nei confronti dello spiritismo? No. E giunta lora di rivalutare una figura che per molti anni è stata solo oggetto di superstizioni e dicerie varie. Già molto fu fatto alla fine degli anni 80 quando Giuseppe DellAversana, allora presidente della Pro Loco ed in seguito sindaco di SantArpino, avviò delle ricerche storiche sul caro tenente. Ora, nel 2011, è giusto e doveroso intitolare la principale piazza del paese alluomo che più gli ha voluto bene pur essendo santarpinese solo dazione.
Infine, se tutto questo non vi è stato utile per capire quanto sia stato grande lamore che il tenente Macrì ebbe per il nostro paese e per i nostri nonni vi riporto in fede uno stralcio del suo testamento con linvito di leggerlo integralmente: Istituisco e nomino mio erede universale il comune di SantArpino. Voglio che il Municipio erede destini annualmente la rendita totale di tutta la mia eredità a scopo di beneficenza, per destinare le rendite in beneficio dei poveri in grandissima parte. Impongo al Municipio erede che gli usufrutti di tutti i beni donati siano dati tutti, il giorno 2 novembre di ogni anno (senza meno), nellordine seguente: vecchi e vecchie poveri di ogni ceto ed inabili al lavoro; orfani di padre e di madre poveri, a qualunque ceto e sesso appartengono e, in mancanza, orfani di solo padre poveri, fino alletà di 12 anni compiuti; inabili permanenti o temporaneamente al lavoro, poveri, meritevoli di soccorso e che non possono procacciarsi permanentemente o temporaneamente la sussistenza, a qualunque età, sesso e ceto appartengono; diano pure soccorsi, raccomando (cercandoli) i poveri che si trovano ammalati a domicilio.