Dello Vicario e Della Valle: “Ciaramella ha snobbato il Pdl”

di Redazione

Gianpaolo Dello VicarioGino Della ValleAVERSA. La notizia della revoca degli assessorati ci è stata notificata senza preavviso alcuno da parte del ‘nostro sindaco’.

Credevamo che la cortesia fosse d’obbligo considerato il rapporto amministrativo quasi decennale, invece solo esternazioni a mezzo stampa deliranti e contrastanti: prima i nostri fantomatici problemi con il partito, poi la punizione per inesistenti fughe in avanti ed infine per evitare che percepissimo uno stipendio senza lavorare (come se fare l’assessore consistesse nel partecipare esclusivamente alle giunte). La verità è che questa seconda amministrazione è nata sotto una cattiva stella.

L’entusiasmo per i risultati raggiunti brillantemente nella prima amministrazione ha così ubriacato il nostro sindaco che non solo ha smesso di fungere da perno, ma ha anche via via dimenticato di essere sindaco di tutta Aversa, seconda città della provincia, ed in ultimo, cosa fondamentale, ha dimenticato di essere il sindaco espressione del Popolo della Libertà.

Tali considerazioni sono le uniche a cui possiamo addivenire in quanto l’impegno profuso da parte nostra in questi anni, sia sul piano politico, sia sul piano amministrativo non ha conosciuto sosta; sarebbe stato per noi più facile indignarsi, defilarsi, prendere le distanze da un’ amministrazione in affanno, ma avendo preso un impegno con la città, che ci ha premiato la scorsa tornata elettorale e con il partito per la fiducia accordataci, non potevamo esimerci da cercare di realizzare il programma nelle rispettive deleghe e di realizzare fino alla fine il nostro compito!

Non è stato facile tacere e soprassedere ad ‘agguati’, ‘dispettucci’ e ‘inciuci’ di quart’ordine, non è stato facile chiedere continuamente confronti a coloro che presi da una personalismo esasperato non ascoltavano che le proprie ragioni, e che non si sentivano obbligati neanche quando il confronto è stato chiesto non dal singolo, ma da una parte massiccia dei consiglieri, i quali, con forza, reclamavano un intervento, al fine di evitare una spaccatura insanabile ed irreparabile all’interno del partito, e denunciavano episodi incresciosi con documento reso pubblico il 22 luglio 2011.

Quello che non possiamo assolutamente accettare è che il partito ne esca delegittimato poiché le nostre deleghe sono state sempre nella piena disponibilità dello stesso; né sarebbe accettabile un costruito e rischioso dietrofront senza l’auspicato e più volte richiesto chiarimento nelle sedi opportune.

A nostro modesto avviso, e a differenza di quanto si vuol far credere, il partito non è spaccato in due fazioni, ma possiede una sola anima, ossia quella di sempre che lavora con abnegazione e vive al suo interno, in linea con le direttive nazionali e innovatrici di Angelino Alfano, e soprattutto è il partito di chi si impegna giorno per giorno farlo crescere, per rilanciarlo e per rafforzarlo a differenza di chi lo usa esclusivamente per far crescere se stesso.

Giampaolo Dello Vicario e Gino Della Valle

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