De Magistris-Alemanno: “sfida” a chi guadagna di meno

di Redazione

Luigi de Magistris e Gianni AlemannoCORTINA D’AMPEZZO. Il confronto tra i sindaci di Napoli e Roma Luigi de Magistris e Gianni Alemanno, ospiti martedì sera di Cortina Incontra, è diventata una sfida a chi guadagna meno.

In tempi di antipolitica succede anche questo: “Io guadagno 4200 euro al mese, un mio assessore, molti dei quali hanno lasciato la professione sia pure per cinque anni, 2800 euro”, ha spiegato il neo-primocittadino partenopeo. A cui ha subito fatto eco il collega della capitale: “Io percepisco cinquemila euro al mese, che è la metà di quanto guadagna un assessore della Regione Lazio”.

Uno dei temi di discussione è stato naturalmente il problema rifiuti, da cui Napoli sta faticosamente riemergendo. “Trasportare i rifiuti via nave in città del Nord Europa costerà 25 euro a tonnellata in meno rispetto a quanto si sarebbe speso nel connferirli nella discarica di Giuliano, che è a 5 km da Napoli”, ha detto de Magistris. “Questo – ha spiegato – a conferma degli interessi criminali che si muovono dentro questo settore”. Poi una stoccata al predecessore sulla poltrona di sindaco Rosa Russo Iervolino: “Per almeno tre anni la città non è stata male amministrata, non è stata amministrata per niente. Quando siamo arrivati a Palazzo dei Baroni, tre mesi fa, non funzionavano nemmeno le penne”.

Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la manovra deve cambiare faccia: “Mi auguro che il governo non solo metta mano ad un cambiamento sostanziale della manovra, ma faccia un grande confronto con le parti sociali, con gli enti locali, in maniera tale da trovare una strada condivisa. Il prossimo mese è decisivo”. Alemanno è tra i più decisi contestatori dei tagli ai Comuni: “Di questa manovra – ha aggiunto – vanno sicuramente salvati i saldi, ovvero l’entità della manovra che ci deve garantire sui mercati intenazionali. Quello che invece va ridiscusso profondamente – ha proseguito – sono da un lato i tagli agli enti locali che sono insostenibili, e dall’altro lato i contributi di solidarietà che colpiscono il ceto medio e chi paga già pesantemente le tasse”.
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