CARINARO. Si avvicina la data di Ferragosto e, come per Natale e Pasqua, si fa insistente la pretesa del pizzo da parte della camorra.
Proprio per contrastare questo fenomeno i carabinieri del reparto territoriale di Aversa, agli ordini del colonnello Francesco Marra, del capitano Domenico Forte e del tenente Giuseppe Fedele,coadiuvati dai colleghi del comando provinciale di Caserta, nel corso della notte hanno arrestato quattro persone ritenute legate al gruppo Schiavone del clan dei Casalesi e responsabili di numerose estorsioni ed attentati dinamitardi nei confronti imprenditori e commercianti dellagro aversano.
Tra gli arrestati figura il capozona del clan sul territorio di Teverola e Carinaro, Nicola Di Martino, 41 anni, di Teverola, alias “Nicola 23”. Gli altri sono: Eduardo Rega, 26 anni, di Teverola, Giuseppe Pommella, 55 anni, di Casaluce, ed Eduardo Lanzetta, 24 anni, di Teverola, quest’ultimo catturato in Sardegna, al porto di Olbia, dove era appena sbarcato da un traghetto della Moby Lines per per trascorrere le vacanze in un villaggio turistico insieme alla fidanzata, in stato di gravidanza, e ai familiari. Di Martino, Rega e Pommella sono stati associati al carcere di Santa Maria Capua Vetere, mentre Lanzetta, in attesa di disposizioni della magistratura, è stato condotto nel carcere di Tempio Pausania (Olbia).
Di Martino e Pommella erano già stati arrestati per la loro appartenenza al clan Picca di Teverola. Pommella era uscito dal carcere nel 2003, mentre Di Martino nel 2008 dopo aver scontato una condanna per estorsione aggravata e associazione a delinquere di stampo mafioso. Di Martino, una volta libero, aveva preso il posto del boss Picca e, riferiscono gli inquirenti, pretendeva per le festività (Natale, Pasqua, Ferragosto) limporto secco di 1500 euro a testa fra i commercianti della zona, senza alcuna distinzione. Addirittura, dal momento che si riteneva il boss incontrastato sul territorio, non avvisava nemmeno i commercianti ma pretendeva che gli stessi, automaticamente, dovessero recarsi da lui e pagare. Un atteggiamento testimoniato dal fatto che un commerciante aveva subito ben due attentati, una volta con spari darma da fuoco e una volta con lesplosione di una bomba carta, contro il suo negozio, senza aver ricevuto alcun avviso di pagamento.
Carmine Lanzetta |
Giuseppe Pommella |
Eduardo Rega |
Per quanto riguarda Lanzetta, il giovane era stato già arrestato il 16 luglio 2009, nellambito di unoperazione dei carabinieri di Aversa e Parete, per i reati di estorsione aggravata ad imprese e commercianti dellagro aversano. Operazione che vide, tra i vari arrestati, anche i carinaresi Raffaele Di Tella, 43 anni, Ciro Ruffo e Salvatore Ricciardi e il trentolese Crescenzo Laiso. Questultimi tre, nei mesi a seguire, sono deceduti, due dei quali in un agguato. Ruffo 35 anni, fu trovato impiccato il 9 dicembre 2009 nel carcere San Michele di Alessandria; era divenuto collaboratore di giustizia. Ricciardi, 30 anni, il 19 marzo 2010 fu ritrovatocrivellato di colpi darmada fuoco e semicarbonizzato in una zona di campagna lungo la via Appia, al confinetra Teverola e Santa Maria Capua Vetere. Crescenzo Laiso, 30 anni, di Trentola Ducenta, fu ucciso il 20 aprile 2010 da due sicari che lo centrarono con diversi colpi di arma da fuoco fino ad ucciderlo. L’episodio si verificòin via del Castagno, a Villa di Briano. Due giorni dopo quellomicidio, il 21 aprile, fu arrestato arresto Salvatore Laiso, 28 anni, detto Chicchinos, fratello di Crescenzo, ritenuto capozona della fazione Schiavone a Trentola Ducenta, oggi collaboratore di giustizia.
VIDEO |