Libia, nuova strage dei lealisti. Gheddafi pronto a trattare

di Redazione

 TRIPOLI.La battaglia sembra essersi placata a Tripoli, anche se si registrano scontri isolati tra lealisti pro-Gheddafi e insorti.

L’aeroporto è stato messo in sicurezza e nel quartiere di Abu Salim,che nei giorni scorsi era stato teatro di violenti combattimenti, la vita è ripresa, con i negozi riaperti e gli abitanti che ripuliscono le strade. Intanto, arriva la notizia di una nuova strage compiuta dai fedelissimi di Gheddafi: circa 170 prigionieri sono stati uccisi e i cadaveri bruciati in un edificio a una trentina di metri dalla base della 32esima brigata, guidata da Khamis Gheddafi, a Salah Dein, sulla strada per l’aeroporto di Tripoli. Nell’edificio gli scheletri si contano a decine, mentre all’esterno altri cadaveri non dati alle fiamme hanno piedi e mani legati. Di fronte all’edificio c’è un blindato per il trasporto prigionieri. La base della 32esima brigata è stata rasa al suolo dai raid notturni della Nato che per diverse ore hanno martellato la caserma. I principali edifici del compound sono devastati, mentre i tuwar (i combattenti rivoluzionari) rastrellano la zona alla ricerca di munizioni, mezzi e soldati del rais di cui non sembra esserci più traccia nel raggio di diversi chilometri.

INSORTI VERSO SIRTE. Gli insorti hanno detto di aver preso stamani Ben Jawad, 100 chilometri a est di Sirte, la città natale di Gheddafi ultima roccaforte dei lealisti. E ora avanzano verso Sirte anche da ovest, ma da diversi giorni sono bloccati a una trentina di km dalla città. A tal proposito, negoziati tra gli insorti libici e alcune tribù locali sarebbero in corso per concordare una possibile resa pacifica di Sirte.

GHEDDAFI VORREBBE TRATTARE. Secondo l’emittente araba Al Jazeera, un portavoce di Gheddafi ha contattato l’agenzia Ap affermando che il rais è intenzionato a trattare una transizione di poteri in Libia. Il portavoce del regime, Mussa Ibrahim, ha telefonato alla sede dell’agenzia Associated Press a New York, affermando che Gheddafi si trova in territorio libico, e che è intenzionato a discutere con i ribelli la formazione di un governo di transizione. Secondo Mussa, il Colonnello ha nominato il figlio Saadi “capo negoziatore”.

I RIBELLI: “PRIMA SI ARRENDA”. Ma i ribelli libici non intendono negoziare con Gheddafi a meno che il Colonnello non si arrenda. Così Ali Tarhouni, ministro delle Finanze del Cnt, ha risposto al portavoce del Raìs. “Non avrà luogo alcun negoziato”, ha detto Tahrouni, “Se Gheddafi si arrende, poi negozieremo e lo prenderemo in consegna”.

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