DAMASCO. Continua l’offensiva dell’esercito siriano contro i rivoltosi. Carri armati hanno preso d’assalto all’alba di domenica la città di Dayr az Zor, nell’est del paese, capoluogo della regione orientale dell’Eufrate, al confine con l’Iraq.
A renderlo notoRami Abdelrahmane, direttore dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’Uomo con sede a Londra. Secondo gli attivisti, almento 20 persone sono state uccise. Decine di persone fermate e interrogatori. Altri quattro civili sono stati uccisi nel corso di operazioni dell’esercito siriano a Houle, nella provincia di Homs.
Dayr az Zor è una città dominata dalle tribù, le autorità siriane temono che possa trasformarsi in un nuovo epicentro della rivolta. Lattacco arriva allindomani della telefonatadi Ban Ki-moon, al presidente siriano, Bashar el-Assad. Il segretario dell’Onu si è detto preoccupato per le violenze in atto e ha chiesto alla Siria di non ricorrere più ai militari per reprimere le proteste della popolazione civile.
In un comunicato diffuso a New York, si aggiunge che ilsegretario generaleha ammonito a Assad che “la fine dell’impiego della forza militare contro i civili deve essere immediata”. Anche Papa Benedetto XVI, durante l’Angelus di domenica a Castel Gandolfo, sua residenza estiva, ha espresso preoccupazione di fronte ai “crescenti episodi di violenza in Siria”,e si è rivolto”alle autorità e alla popolazione siriana perché si ristabilisca la pacifica convivenza e si risponda adeguatamente alle legittime aspirazioni dei cittadini”. Il Pontefice ha anche rivolto un appello per la situazione in Libia dove “la forza delle armi” non è stata risolutiva ed è urgente “un piano di pace per il Paese, attraverso il negoziato e il dialogo”.