ROMA. I magistrati napoletani potranno usare i tabulati telefonici che fanno capo al deputato del Pdl Marco Milanese e aprire le sue cassette di sicurezza.
Lo ha stabilito la Camera approvando la richiesta dei pm partenopei. Negato invece l’uso delle intercettazioni che riguardano, nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti G8, il deputato Pdl Denis Verdini.”Sono due anni che sono massacrato, che vengo travolto da questo tritacarne mediatico e giudiziaro da cui voglio uscire velocemente”. E tutto questo avviene “con danni enormi e irreparabile. Io non mi lamento ma i danni non me li ripagherà nessuno”, ha detto Verdini in Aula. Il deputato Pdl ha sottolineato la necessità di “rivedere le norme che regolano le intercettazioni per evitare – ha spiegato – quello che è successo a me, travolto da due anni di persecuzione”. “Chiedo che qui si rifletta sulla questione delle intercettazioni – ha aggiunto Verdini – perché da troppo tempo si sta sputtanando la gente su queste cose. A me è già avvenuto e nulla di più si può fare rispetto a quello che è stato fatto se non andare ai processi se ve ne sono le condizioni, ma queste cose toccano l’anima, il cuore e le famiglie”. “Sono abbastanza forte, nessuno mi distrugge, non ho paura, ho perso molte cose, ma non voglio perdere la mia onorabilità”, ha però anche aggiunto il coordinatore del Pdl.
MILANESE: “ACCUSE INFAMANTI”.Nell’aula di Montecitorio, poco prima del voto, anche Marco Milanese, ex braccio destro di Giulio Tremonti, indagato per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere nell’ambito di una indagine su una società assicurativa, ha preso la parola per ribadire la sua innocenza. “Sono innocente e le accuse contro di me sono false e ipocrite», ha detto mentre tutti i deputati di maggioranza e opposizione lo ascoltavano in assoluto silenzio. «Quando ho preso posto per la prima volta in quest’aula – ha assicurato Milanese – mai e poi mai mi sarei immaginato di dovermi, un giorno, difendere da accuse così infamanti”.
BOTTA E RISPOSTA CON BERSANI. Rivolgendosi all’opposizione e in particolare al leader Pd Pier Luigi Bersani, Milanese ha anche aggiunto: “Chiedetevi perché sono state mosse queste accuse contro di me: dovete interessarvi di questo. È vostro dovere farlo in un momento in cui è evidente l’attacco mosso da più parti al sistema dei partiti, sui quali si regge la nostra democrazia: non farlo e non intervenire per sapere cosa c’è dietro questa macchina del fango, sarà per tutti noi imperdonabile”. Pronta la replica del segretario dei democratici. “Da più parti si tende a mettere tutti nel mucchio e questa è l’ispirazione che sta dietro le parole di Milanese. Noi non rivendichiamo una differenza genetica ma politica sì”, ha detto Bersani. Subito dopo il voto della Camera con il quale la procura di Napoli è stata autorizzata all’apertura delle cassette di sicurezza e all’acquisizione dei tabulati telefonici, il deputato ha chiesto formalmente al pm, tramite il suo legale, di disporre anche l’acquisizione dei tabulati di tutti i telefoni riconducibili al gruppo Viscione dal 2009 a tutto il 2010. “Vi è infatti agli atti qualcosa più di un sospetto – ha detto il legale – che Viscione potesse avere notizie riservate da altri soggetti piuttosto che dall’onorevole Milanese”.
MILANESE INDAGATO ANCHE A ROMA PER TANGENTI.Oltre che a Napoli, Milanese è anche indagato a Roma per una vicenda di presunte tangenti. Nell’ambito delle inchieste, il deputato del Pdl ha detto ai magistrati di avere preso in affitto una casa nel centro di Roma e di averla messa a disposizione di Tremonti, il quale dava a Milanese mille euro a settimana in contanti come contributo per l’affitto. La rivelazione e le accuse che investono il suo ex consigliere politico hanno indebolito il ministro, in un momento in cui l’Italia è sotto la pressione dei mercati finanziari.
TREMONTI SPIATO, DE GENNARO: “I SERVIZI NON SANNO NULLA”.Sulla vicenda di Tremonti spiato, Gianni De Gennaro ha spiegato che i servizi segreti non hanno informazioni e non ne sanno nulla. Il direttore del Dipartimento informazioni e sicurezza avrebbe risposto così ai membri del Copasir in relazione alla vicenda sollevata dallo stesso titolare dell’Economia nei giorni scorsi, quando ha rivelato di aver deciso di andare ad abitare in un’abitazione affittata da Milanese perché si sentiva “spiato, controllato e pedinato”.