BARI.Alcune centinaia di immigrati ospiti del Cara di Bari hanno bloccato strade e binari nei pressi del Centro di accoglienza richiedenti asilo, per protesta contro le lungaggini burocratiche che ritarderebbero il rilascio dello status di rifugiati.
“Vogliamo i documenti”: così Mohamed, uno degli immigrati che ha partecipato alla protesta, ha risposto alla domanda di un cronista di un emittente locale che gli chiedeva i motivi della manifestazione degenerata in scontri. Mohamed ha aggiunto di essere ospite del Cara di Bari da sette mesi e di non sapere ancora nulla della sua richiesta di asilo. “Se abbiamo i documenti lasciamo la barricata”, ha aggiunto un altro manifestante. Le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa e utilizzando anche gas lacrimogeni, hanno costretto i manifestanti ad indietreggiare efarli ritornare nelle vicinanze del Centro di accoglienza richiedenti asilo. Decine di poliziotti e carabinieri sono rimasti feriti nelle cariche con gli immigrati, che per fronteggiare la polizia hanno lanciato grosse pietre tratte dai muretti a secco delle campagne circostanti il centro.
La protesta si è conclusa intorno alle 14 dopo l’impegno scritto assunto dal prefetto vicario di Bari, Antonella Bellomo, di dare una risposta alle loro richieste entro mercoledì prossimo, dopo la riunione che si terrà in prefettura a Bari con il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che ha commentato: “Nell’esprimere apprezzamento per la professionalità e la generosità delle forze di polizia intervenute (in particolare, per la Polizia di Stato), sono certo che seguiranno interventi sanzionatori verso coloro che saranno riconosciuti come autori degli illeciti. Poiché va perseguito l’obiettivo di perfezionare il sistema di prevenzione di violenze come quelle messe in atto oggi, ma al tempo stesso vanno accelerati i tempi per la trattazione delle domande di asilo
e di rafforzamento della struttura del Cara, mercoledì 3 agosto alle 14.30 presiederò nella prefettura di Bari una riunione tecnica dedicata alla questione. L’incontro, fissato d’intesa col Ministro Maroni, precederà quelli già da tempo concordati, sempre con sede in Prefettura, sulle misure di contrasto alla criminalità nelle aree critiche del Gargano e del Barese. A esso prenderanno parte, oltre ai vertici provinciali delle forze di polizia, il Prefetto Angela Pria, capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale, e il Presidente della Commissione asilo operante a Bari”.
“Dopo i gravissimi fatti di pestaggi e scontri violenti, avvenuti in questi giorni al Cie di Ponte Galeria, a Lampedusa e oggi al Cara di Bari, il Governo riveda subito le sue posizioni, adottando misure più ragionevoli e più rispettose dei diritti civili: non è tollerabile il carcere per gli innocenti”. Lo chiede la senatrice del Pd Rosa Calipari, che domani sarà al presidio organizzato da associazioni, sindacati e rete di associazioni, davanti al Senato per dire no al decreto Maroni sui rimpatri. “I Cie – afferma – sono luoghi dove i diritti delle persone sono sospesi e dove non è garantita nessuna tutela legale e nessun rapporto con il mondo esterno. Prolungare i tempi passando da 6 mesi a 18 è una vera vergogna oltre ad essere una misura disumana: trattenere per 18 mesi innocenti è più punitivo del carcere, si tratta di persone che non hanno subito nessun processo. Non è più tollerabile che in un paese civile come l’Italia siano previste misure così indegne, disumane e ingiuste”.