ROMA.La situazione economica e finanziaria dell’Italia è solida ma i mercati, scossi da una crisi planetaria, non riescono a riconoscere il vero valore dei suoi titoli di debito e delle sue banche.
E’ la sostanza del discorso del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla Camera dopo che la tensione degli investitori ha portato al massimo degli ultimi 14 anni i rendimenti sui bond della Repubblica. Un discorso in cui il premier ha rivolto anche un appello a collaborare alle opposizioni, che invece continuano a chiedergli le dimissioni. “Berlusconi faccia un passo indietro” ha ribadito il segretario del Pd Pier Luigi Bersani prendendo la parola in Aula. Accanto al presidente del Consiglio il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il ministro degli Esteri Franco Frattini. Assente invece il leader della Lega Umberto Bossi.
“LA CRISI E’ GLOBALE, MA IL NOSTRO PAESE E’ SOLIDO”.Nel lungo discorso il premier ha rassicurato: “Il nostro Paese è solido. Abbiamo fondamentali economici solidi. Le nostre banche hanno superato gli stress test europei mentre ovunque è aumentata l’incertezza, in particolare negli Stati Uniti e in Giappone. Ci sono state difficoltà in Usa anche dopo l’accordo bipartisan raggiunto, non sono state ridotte le tensioni internazionali”. Nel nostro paese, invece, “l’evoluzione dei conti pubblici è più favorevole che in altri Paesi avanzati. Grazie alla azione di finanza pubblica del nostro governo, i conti sono migliorati e abbiamo un deficit di bilancio meno ampio di quanto indicato (5%) e comunque più basso di altri paesi area europea”. Rassicurazioni anche sulla “salute” delle imprese. “I debiti delle nostre imprese sono assolutamente contenuti in rapporto al fatturato – ha detto il premier – Se sommiamo il nostro deficit al sistema del risparmio delle famiglie saliremmo al secondo posto nell’Ue in quanto a solidità”.
“DALL’UE VIA LIBERA ALLA MANOVRA”.Il presidente del Consiglio Berlusconi non ha accennato a nuove strette sui conti ma ha confermato la validità della manovra da 48 miliardi di euro. “Per superare le criticità il Governo ha varato il 6 luglio un provvedimento immediato con l’obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2014. Abbiamo fatto una manovra che ha fissato degli obiettivi, è stata giudicata adeguata e sufficiente dall’Europa e dagli osservatori internazionali”. Ora “serve ora un piano d’azione immediato per lo sviluppo, serve una risposta forte per la crescita che è l’obiettivo essenziale”.
APPELLO ALLE OPPOSIZIONI: “COLLABORIAMO”.Il premier ha poi rivolto un appello “a collaborare insieme” alle opposizioni, che invece gli chiedono un passo indietro. “Oggi più che mai dobbiamo agire tutti insieme. Tutti hanno il dovere di rimboccarsi le maniche. Ciascuno faccia la propria parte, la stabilità politica è fondamentale”. E ha continuato: “Nessuno nega la crisi, tutti dobbiamo lavorare per superarla. Il comune obiettivo è portare l’Italia fuori da questa crisi. Il governo ha da tempo proposto alla valutazione delle parti sociali la bozza di riforma dello statuto del lavoro. E’ giunto il momento di verificare il grado di consenso per procedere all’esame parlamentare” della riforma. E ha precisato: “Non chiedo alle opposizioni di condividere i nostri programmi ma che arrivino contributi con idee e proposte per far emergere ciò che serve al paese. Il governo non resterà sordo alle proposte dell’opposizione se animate da spirito di patria”.
COSTI DELLA POLITICA.Il presidente del Consiglio ha parlato per poco meno di quaranta minuti e l’Aula gli ha riservato dodici applausi (“soddisfatto” il ministro leghista Roberto Maroni). Non è mancato nel suo intervento un riferimento ai costi della politica. L’impegno del governo, ha annunciato Berlusconi, è quello di una forte riduzione delle auto blu e l’adeguamento degli stipendi delle cariche pubbliche alla media europee.
BERSANI: “BERLUSCONI FACCIA UN PASSO INDIETRO”.“O lei ha sbagliato discorso o ha sbagliato Parlamento. Siamo in una situazione che non si può descrivere con i cieli azzurri e qualche nuvola. L’unico merito del suo discorso è la scelta dell’orario che è stato fatto a Borse chiuse”. Così ha commentato l’intervento di Berlusconi il leader del Pd Pier Luigi Bersani che ha chiesto al presidente del Consiglio di fare un passo indietro. E ancora: “Siamo in Italia e non si può descrivere la nostra situazione con i tratti di un cielo azzurro e qualche nuvola che spazziamo via”.
CASINI: “ARMISTIZIO TRA I PARTITI”.“E’ la responsabilità, il dialogo e la collaborazione che ci viene richiesta. – ha detto invece il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini – Da tempo dico che solo una fase non di supplenza tecnica della politica, ma di armistizio tra i principali partiti può salvare l’Italia”.
REGUZZONI: “NON C’E’ ALTERNATIVA A BOSSI E BERLUSCONI”.Per la Lega ha preso la parola il capogruppo Marco Reguzzoni. “Non esiste un’alternativa politica all’alleanza Lega-Pdl che è soprattutto l’alleanza Bossi-Berlusconi. La Lega è indisponibile a qualsiasi altro Governo che non abbia alla guida Berlusconi”. Si “inganna” chi pensa a “Governi tecnici”, ha aggiunto, che condurrebbero una “instabilità politica che porterebbe il Paese nel baratro”. “Basta anche con l’impegno gravoso della presenza all’estero”. Per Reguzzoni occorre dire “basta con certe pensioni di invalidità” e agli “immigrati profughi che ci costano, ognuno di loro, 40 euro al giorno”. “Basta con i costi della politica”. Per la Lega, “non è ammissibile che il presidente della Repubblica, che è uno solo, abbia a disposizione 40 automobili”.
ALFANO: “GOVERNA CHI E’ STATO ELETTO”. Dopo Berlusconi, ha parlato Angelino Alfano, al suo esordio alla Camera nella veste di segretario politico. Il suo discorso è stato più applaudito di quello del premier. L’ex Guardasigilli ha letteralmente scaldato i banchi del Pdl e si è guadagnato parecchi applausi anche dalla Lega e dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “Noi siamo contrari a fantomatici governi tecnici – ha scandito l’ex Guardasigilli – Chi è stato eletto e governa poi torna dal popolo e si fa giudicare. Chi invece presiede un governo tecnico mette le tasse e poi dal popolo a farsi giudicare non ci torna. Noi diciamo che con i governi tecnici si sente l’odore delle tasse”, ha chiarito Alfano. Quindi un attacco all’opposizione: “Autorevoli esponenti del Pd – ha detto l’ex ministro – hanno detto che il governo deve dimettersi perché i mercati lo chiedono. Siamo sgomenti: ma da quando in qua sono i mercati a scegliere il governo o a stabilire che debbano andare a casa?”.
VIA LIBERA A PIANO SUD. Il Cipe, riunito a Palazzo Chigi sotto la presidenza del premier Berlusconi, intanto ha dato il via libera al Piano per il Sud. Approvati anche il progetto preliminare della Tav Torino-Lione, i progetti definitivi della Tangenziale esterna di Milano (Tem), del collegamento ferroviario Orte-Falconara con la linea adriatica – I lotto, dell’adeguamento della strada statale calabrese 534 come raccordo autostradale. A riferirlo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. “Si tratta di infrastrutture – dichiara l’esponente del Pdl – per complessivi 9 miliardi di euro circa, di cui oltre 7 miliardi a valere sui fondi Fas che finanziano il Piano per il Sud, le restanti risorse sono in buona parte fondi privati,è il caso della Tem (1,6 miliardi), e fondi Pon o previsti dalla legge Obiettivo. Le numerose opere inserite nel Piano per il Sud sono tutte immediatamente cantierabili e interessano il Molise per circa 576 milioni di euro, la Campania per oltre 1,7 miliardi, la Puglia per 1,1 miliardi, la Basilicata per oltre 500 milioni, Calabria, Sardegna e Sicilia per circa 1 miliardo ciascuna. Tra esse figurano la linea ferroviaria Av Napoli-Bari, la direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, gli assi stradali Olbia-Sassari, Olbia-Cagliari e Termoli-San Vittore, il completamento di circa 383 km dell’A3 Salerno-Reggio Calabria, la linea ferrata Palermo-Catania.