ROMA. I calciatori protestano contro la manovra anticrisi e chiedono ai club di farsi carico del “contributo di solidarietà”? In tal caso gli verrà raddoppiata l’aliquota. La “minaccia” arriva dal ministro leghista Roberto Calderoli.
“Se dovessero continuare a minacciare scioperi o ritorsione proporrò che come ai politici anche ai calciatori venga raddoppiata l’aliquota del contributo di solidarietà”, sbotta il leghista sul decreto che prevede un contributo del5% per chi guadagna più di 90mila euro lordi e del 10% per chi guadagna più di 150 mila euro lordi l’anno.Sulla vicenda, il primo ad intervenireera stato il vicepresidente della Lega calcio e ad del Milan Adriano Galliani.
“I calciatori fanno i capricci: non so se sia giusto o meno il contributo di solidarietà ma se c’è qualcuno dovrebbe pagarlo sono proprio i calciatori che rappresentano la casta dei viziati”, aggiunge Calderoli, non nuovo a polemiche con i calciatori. Lo scorso anno, infatti, in occasione della manovra prima e dei mondiali, propose una riduzione degli stipendi dei giocatori con l’introduzione di un “salary cup” e la rinuncia ai premi in caso di vittoria del mondiale. Parole che produssero una dura reazione da parte del portiere azzurro Gigi Buffon.
Sulla questione interviene anche il noto fiscalista Victor Uckmar, che ha guidato la Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio) dal 1993 al 2011. “Bisognerà vedere come sarà formulata la legge. Ma se i giocatori pagassero, sarebbe un segnale positivo a prescindere”. “Ho visto alcuni titoli sui giornali… nessuno vuole pagare…”, dice Uckmar, per il quale “se si trattasse di un tributo autonomo non sarebbe coperto dal contratto stipulato tra calciatore è società. Se, invece, si trattasse di un’aggiunta di aliquota all’Irpef, saremmo nel regime dell’Irpef”. E, in questo caso, l’onere graverebbe sul club.