Operatore di Emergency rapito in Sudan

di Redazione

Francesco AzzaràNYALA. Un operatore italiano di Emergency è stato rapito domenica in Sudan, nella provincia del Darfur. Si tratta di Francesco Azzarà, 34 anni, al lavoro nel centro pediatrico che l’ong italiana di Gino Strada ha aperto nel luglio 2010.

Il rapimento – riferisce Emergency – è avvenuto ieri alle 17 ore locali. L’operatore è stato prelevato a Nyala, capitale del sud Darfur, mentre si trovava in auto diretto verso l’aeroporto della città. Il giovane sequestrato, Francesco Azzarà, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico aperto nel luglio del 2010.I suoi genitori vivono a Motta San Giovanni, un centro a circa trenta chilometri da Reggio Calabria, e sono pensionati dopo avere gestito per molti anni un bar. Ad avvertirli è stata la Farnesina tramite i carabinieri.

Emergency “ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione ed ha informato il Ministero degli Affari Esteri italiano”. Un team di Emergency, inoltre, sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con la famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane. Emergency chiede la liberazione immediata di Francesco Azzarà ed auspica piena collaborazione di tutti coloro che possano aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda.

Nel frattempo la Farnesina ha chiesto il silenzio stampa e ha assicurato che il ministro degli Esteri Franco Frattini “sta seguendo personalmente gli sviluppi della vicenda”. Lo riferisce una nota della Farnesina assicurando che sono stati attivati “tutti i canali disponibili presso le autorità locali per una soluzione della vicenda”.

“Il rapimento a Nyala di Francesco Azzarà, operatore di Emergency, era del tutto inatteso, “non ce l’aspettavamo. Stiamo cercando di capire il perché di questo fatto ma non c’è un motivo razionale”. Lo afferma Gino Strada, fondatore di Emergency che ora si trova a Khartoum. “Azzarà – secondo quanto riferisce Strada – era in macchina con altri due colleghi. Lui era l’unico internazionale. L’auto è stata circondata da gente armata che l’ha fatto scendere. Al momento non abbiamo avuto alcun contatto con i sequestratori”.

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