RIMINI.“Il tempo degli eurobond sta arrivando”. Il ministro dell’Economica, Giulio Tremonti, parla dal meeting di Comunione e Liberazionea Rimini e torna a insistere sull’idea dei titoli di Stato europei.
“È un’idea forte. E sbaglia chi sostiene che con gli eurobond ci guadagnano Italia e Spagna e non la Germania”. Tra i suoi detrattori il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni: L’eurobond “non è la soluzione per il momento”, ha detto a margine del Premio Capalbio. “Può essere la soluzione per finanziare progetti di investimento di interesse europeo; per la sostituzione del debito pubblico dei Paesi al momento non è una soluzione percorribile”, ha spiegato Saccomanni.
Per Tremonti, pensare che lo “sviluppo dell’Europa possa essere basato sulla domande interna è sbagliato, c’è saturazione, se si pensa al modello export, è a rischio”. Piuttosto è “fondamentale la gamba degli investimenti pubblici per il bene comune e gli eurobond servono per finanziare lo sviluppo”. Insomma, conclude, se prima c’era l’auto oggi “dobbiamo trovare un nuovo modello di sviluppo” e “l’unico modo è l’eurobond”. L’esponente dell’esecutivo ha fatto poi riferimento alla posizione tedesca, da sempre contraria all’introduzione degli eurobond.
A questo proposito il ministro ha fornito alcuni dati sull’export di Berlino: “Non vorremmo che il tedesco perfetto scambi la sua anima con l’export perfetto – facendo un riferimento all’opera del Faust – L’export della Germania verso la Cina – ha proseguito il ministro – è stato di 53,5 miliardi nel 2010. Quello verso i cosiddetti paesi “Pigs” (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna ndr) 50,9 miliardi, quasi quanto la Cina. Quello verso la sola Italia 58,4 miliardi, più di quello verso la Cina. Allora dico: volete buttare via tutto questo o pensate abbia valore anche questo? Quello che adesso ti può sembrare un beneficio tra poco si può tradurre in un maleficio. Io dico se si va avanti su un crinale pericoloso forse bisogna cambiare musica”. A questo punto il ministro ha parlato anche del senso dell’Europa unita: “Credo che nella seconda globalizzazione, quella che stiamo vivendo, sia fondamentale”. E ha aggiunto: “Inviterei tutti a un bilancio più ampio e più equilibrato”.
Tremontiha parlato anche della crisi globale, spiegando che “finora ha una dimensione non nota nell’esistente” puntando il dito sulla gestione: “Troppi governi hanno pensato fosse solo un ciclo”. A suo avviso, poi, non è ancora finita: “Non c’è ancora il game over della crisi, siamo ancora dentro dove i mostri si avvicendano”. Parlando poi della crisi finanziaria precedente a quella attuale, il ministro ha spiegato che “è stata gestita utilizzando per i salvataggi i debiti pubblici e paradossalmente la medicina è diventata il malato”. E, più nello specifico, ha parlato della Grecia: “È un problema di sistema, profondo. Ma limitato al passato”.