Parco Pozzi, è polemica sul “container”

di Antonio Arduino

 AVERSA. Dalla baracca attrezzata di tutto al container ancora privo di energia elettrica, acqua e servizio igienico utilizzabile.

E’ questo il salto di qualità che sembrano avere fatto i pensionati che frequentano l’area del parco Pozzi confinante con il parcheggio pubblico all’interno della quale, alcuni anni fa, avevano costruito, con le loro mani, una baracca di legno e lamiera per dare vita ad un centro sociale per anziani, al fine di trascorre il tempo libero. Tutto intorno avevano realizzato un orticello, edificata una edicola votiva, installato il servizio igienico necessario a soddisfare bisogni corporali al riparo da sguardi indiscreti, mancando il parco di servizi igienici aperti al pubblico.

Il tutto naturalmente in maniera completamente abusiva ma, di fatto, tacitamente autorizzata dal momento che la presenza della baracca e del bagno, realizzati su suolo pubblico, senza permessi e senza osservare alcuna norma edilizia. dal gruppo dei vecchietti era nota a tutti. Anzi erano stati loro stessi a segnalare dai media l’iniziativa, chiedendo all’Amministrazione di creare nel parco una struttura analoga a quella realizzata nelle palazzine della 167 dove, in occasione del voto per la sindacatura bis del primo cittadino, era stato inaugurato un centro sociale prefabbricato dedicato allo scomparso vicesindaco Giuseppe Della Vecchia. Batti e batti, alla fine la richiesta è stata accolta.

Qualche settimana fa la baracca abusiva è stata abbattuta e in quello spazio pubblico è stato collocato in container perché il circolo sociale potesse avere una sede dignitosa. Naturalmente l’iniziativa, come sempre accade in queste circostanze, è stata pubblicizzata dai media e rivendicata dagli ideatori, ma ad oggi il salto di qualità non sembra essere avvenuto. Anzi in fatto di vivibilità le cose sarebbero peggiorate al punto che la commissione ambiente, ecologia e servizi al cittadino, presieduta da Emilio Scalzone, su richiesta di uno dei componenti, il consigliere indipendente Rosario Capasso, avrebbe pronta una mozione indirizzata al sindaco e all’assessore competente per conoscere i criteri adottati nel decidere una iniziativa che non solo lascia impunita l’occupazione abusiva di un’area pubblica ma crea condizioni di degrado ambientale peggiori, dando anche una sensazione di precarietà.

“E’ noto – dice in proposito Capasso – che i container vengono usati per affrontare situazioni di emergenza, sono indicativi di uno stato di precarietà e di approssimazione e determinano una situazione di inidoneità e di pericolosità anche sotto l’aspetto sanitario, cosicché dovrebbero avere vita breve. Cosa che non sembra possibile se si decide di utilizzarne uno per istallarvi un circolo sociale di quartiere”. “Inoltre – aggiunge – la presenza di quel container, che tra l’altro non mi risulta sia stata autorizzata da alcun atto ufficiale, non è certo decorosa per l’ambiente. Basta vederlo per rendersene conto”.

“Il container – continua Capasso – è una struttura vecchia, già usata, girata al Comune dalla Protezione Civile che si presenta in condizioni scadenti, privo di energia elettrica, senza acqua e con un servizio igienico non funzionante che obbliga i soci del circolo a continuare ad usare quello esistente, realizzato, ricordo. in maniera abusiva con uno scarico che si immette non si sa dove”.

“Così – prosegue – mi chiedo se quel container possa davvero rappresentare un salto di qualità per la vivibilità dei fruitori della struttura e per l’ambiente”. “Come componente della commissione ambiente, ecologia e servizi al cittadino credo –conclude Capasso – sia meglio azzerare tutto e realizzare per gli anziani una struttura dignitosa, in un luogo diverso, salvaguardando un’area pubblica per la quale è stato programmato un intervento di riqualificazione nell’ambito della ristrutturazione complessiva del parco. Un intervento che, come è noto, costerà svariati milioni di euro e che non prevede container o baracche nell’area ancora oggi occupata abusivamente”.

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