NAPOLI. 4 settembre 2011: giornata di festa in casa Cantone. Il noto magistrato partenopeo celebra il ventennale dal suo ingresso nella magistratura.
Oggi, davanti al desco domenicale a casa del noto magistrato giuglianese Raffaele Cantone, la moglie Rosanna, i figli Claudia ed Enrico, e tutta la famiglia, saranno riuniti per una ricorrenza particolare ma le celebrazioni, anche se forse meno colorate e informali, per il ventennale del suo ingresso in magistratura si terranno in tante parti dItalia. Raffaele Cantone è il simbolo della magistratura anticamorristica dei giorni nostri, e le sue vittorie ed i suoi sforzi in questo ventennio sono quelli di tutti coloro che si oppongono alla prepotenza delle mafie. Sicuramente in questi giorni starà ripensando a quel lontano 4 settembre del 1991 quando lui, giovane di belle speranze, si apprestava a prestare giuramento al palazzo di Castel Capuano dinanzi alla presidenza del tribunale.
Destinato ad una brillante carriera forense, si apprestava ad essere un uomo di trincea della magistratura campana. Da qui i ricordi di questi ventanni si accavalleranno. Dopo il tirocinio,in breve tempo ci sarà lassegnazione alla cosiddetta procurina fino alla sezione della criminalità economica. Questo era un periodo di grandi riforme nella magistratura antimafia, dettata dalle politiche che si rifacevano allala di Giovanni Falcone, a cui farà seguito la risposta armata della mafia, con le stragi di Capaci e via DAmelio.
Sarà con il ricordo e lesempio della professionalità e dellattaccamento ai valori giuridici di Falcone e Borsellino che il magistrato Cantone sarà assegnato alla Dda di Napoli. Anche se il professore, così ribattezzato per lamore per il diritto e la passione con cui ha sempre scritto articoli in materia giuridica su riviste specializzate, aveva già avuto a che fare con la camorra nelle indagini sul litorale domitio, in particolare nei confronti del clan La Torre che resero necessaria la scorta per 24 ore, sarà appunto alla Dda che Cantone potrà esprimere le sue maggiori qualità.
Chissà quante volte avrà ripensato allassegnazione allarea geocriminale del casertano da parte del dottor Palmieri, segno di stima ma anche impegno gravoso per un magistrato napoletano che, come tale, conosceva il compito che avrebbe svolto in territorio in cui la camorra era fortemente innervata. Il primo impegno rilevante a riguardo è stato il processo Spartacus II, nato da un filone del grande processo Spartacus, che, grazie allattività investigativa, aveva messo in luce la commistione camorristica con istituzioni politiche, amministrative e forze dellordine.
Limpegno tenacedi uomini come Cantone ha portato alla carcerazione ed allapplicazione dellergastolo per personaggi del clan dei casalesi del calibro di Francesco Schiavone, Walter Schiavone, Mario Caterino tra gli altri. Labilità del magistrato partenopeo, però, è andata oltre: ha individuato, prima di altri, il cambiamento di pelle che la camorra stava vivendo. La camorra in Campania non è lantistato ma si sostituisce ad esso e vive nelle maglie allargate dello stesso, attraverso figure cerniera quali banchieri, professionisti, medici, politici, amministratori locali. Come lo stesso Cantone ha eloquentemente espresso nella sua più recente fatica letteraria, I Gattopardi, il mafioso da coppola e lupara si è trasformato in un colletto bianco che foraggia gli investimenti attraverso i suoi metodi e che salta qualsiasi impedimento di tipo burocratico amministrativo attraverso labbattimento delle leggi. A questo fenomeno si assiste dal settore degli investimenti a quello della sanità, dal calcio alla politica, e nulla è immune dallintromissione camorristica. Si è così creata una grande zona grigia dove la linea tra bene e male, tra legalità e criminalità, non ha più ragion dessere.
Dal 2007 Cantone è magistrato presso il Massimario della Suprema Corte di Cassazione. Guardandosi indietro chissà quante volte avrà ripensato ai sacrifici che questo ventennio ha dovuto sostenere: dalla scorta assegnatagli con dei bambini ancora piccoli ai tentativi di infangare la sua reputazione già in uno dei suoi primi importanti procedimenti , quello a carico della Themis.
Siamo certi, tuttavia, che in questa giornata tali aspetti passeranno in secondo piano, attorniato dallaffetto della sua scorta civile formata da coloro che lo riconoscono come simbolo dellanticamorra. Non resta che unirci al coro di felicitazioni per questa seppur transitoria ricorrenza, essendo sicuri che se il dottor Cantone dovesse esprimere un desiderio sarebbe quello di coinvolgere nella lotta alle mafie i giovani, come da sempre professa nella scuole, affinché questultimi, mossi da senso civico, siano il primo baluardo contro la trasposizione nella società della camorra. Non per interesse ma solo per giustizia, come recita il principio che ha ispirato il magistrato giuglianese in questi anni.