Albero Vagabondo contro discariche in montagna

di Redazione

 AVELLINO. Il primo ottobre, nel Parco dei Monti Picentini, l’Albero Vagabondo si trasforma per la terza volta in Metamorfo.

A Santo Stefano del Sole, per quest’anno, si conclude il viaggio dell’Albero Vagabondo contro le discariche in montagna. Si tratta di una iniziativa di educazione ambientale e arte nel sociale che è, prima di tutto, una favola, un po’ triste e un po’ allegra. Tre anni fa lo Spirito del Re Albero si arrabbiò con chi abbandonava rifiuti nei boschi, tra le sue radici, e si strappò alla sua montagna, abbandonando l’antico faggio dove viveva. Non avendo altro lì intorno è diventato una grande scultura di oltre quattro metri, formata dai rifiuti lasciati nei boschi. Da allora è in viaggio nei paesi di montagna e collina e con i bambini, che lo ascoltano, ma non vengono ascoltati, chiede ai grandi di pulire le sue montagne, i suoi boschi.

Per questo fa delle grandi Feste del Colore e ai più piccoli chiede di disegnare sulle tavolette per installarle sui rifiuti e di scrivere delle favole per metterle sul suo sito www.alberovagabondo.it. Favole, disegni, animali, panorami e l’orto dell’Albero Vagabondo, nemmeno on line sembra sia rimasto spazio per le discariche, eppure in montagna i rifiuti non spariscono, anzi, aumentano. Chissà perché, dopo la Festa del colore, ci si dimentica spesso dei boschi e magari cresce un po’ d’erba su frigoferi, televisioni e quant’altro. E se non sale nessuno a pulire arriva l’autunno e dopo l’autunno l’inverno e la primavera e d’estate è ancora tutto lì. Quando però si pulisce, o si ha intenzione di pulire, l’Albero Vagabondo si trasforma nell’Albero Metamorfo, che è una scultura composta solo da elementi trovati nei boschi e in campagna: legno, radici, passiflora, castagne, felci, pigmenti naturali, nidi di rondine abbandonati, foglie, rami e ramoscelli. E’ un inno alla gioia e alla speranza, un grazie al lavoro dei più piccini.

E il Metamorfo, anche quest’anno, torna in montagna con i bambini, a Santo Stefano, sabato, per la terza volta; quest’anno insieme alle scuole elementari e grazie all’importante sostegno dell’Amministrazione Comunale e dell’Assessorato all’Ambiente di Santo Stefano del Sole. Alle 9.30 del primo ottobre i bambini saranno sulla collina dell’Angelo. Chi riuscirà a portare i genitori salirà insieme a loro a pulire nei boschi, gli altri resteranno insieme al Metamorfo e al suo papà, lo scultore Giovanni Spiniello, ed insieme faranno di nuovo la T di Terra con gli striscioni e prepareranno le tavolette con i disegni e i desideri dei bambini. Saranno installate, per l’ennesima volta, sull’immondizia e, mentre i bambini suoneranno l’organetto e canteranno la Rosamarina, lo Spirito del Re Albero starà li ad aspettare, per vedere se l’estate prossima potrà tornare al grande faggio o dovrà ritornare, per l’ennesima volta, come Albero Vagabondo.

Le tappe del viaggio

L’Albero Vagabondo è una iniziativa dell’Associazione culturale Giovanni Spiniello. A Santo Stefano del Sole è stata sostenuta, negli ultimi tre anni, dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmine Ragano e dall’Assessore all’Ambiente Luigi Iallonardo.

Lo Spirito del Re Albero, non ancora stanco, è ormai in viaggio da tre anni: i tetti del centro storico di Avellino (25/12/2008), la prima festa a S. Stefano del Sole (6/06/09), l’arrivo a Cairano 7x per manifestare contro la Discarica sul Formicoso (22/06/09), l’incontro con la giuria dei piccoli di Giffoni Film Festival (13/07/09), il Metamorfo a S. Stefano del Sole (3/10/09), l’installazione sulla discarica di Difesa Grande ad Ariano Irpino (05/03/10), la Festa del Colore a Piano Salto, Forino (28/05/2010), la seconda Festa del Colore a Santo Stefano del Sole (10/06/2010), l’arrivo del Metamorfo per la seconda volta a Santo Stefano del Sole, sulla montagna dove è nato l’Albero Vagabondo, l’incontro di 230 bambini di Volturara Irpina e Santo Stefano nel rifugio della Forestale su Monte Sant’Angelo (1/06/2011), la tappa al Castello di Canale di Serino (25/06/11) e ora il Metamorfo, ancora a Santo Stefano (01/10/2011).

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