Leuciana Festival, in scena Lello Giulivo e Lino Barbieri

di Redazione

Lino BarbieriCASERTA. Lello Giulivo in “L’Allegro Giulivo” e Lino Barbieri in “Misto lino” saranno in scenamartedì 20 settembre al Belvedere reale di San Leucio, nell’ambito del Leuciana Festival, diretto da Nunzio Areni, protagonisti di un unico spettacolo diviso in due parti.

La prima affidata all’artista poliedrico che ha recitato nella Passione di Cristo di Mel Gibson; la seconda ad uno dei fiori all’occhiello della comicità napoletana. Una serata all’insegna dell’ironia e della comicità che, mai come in questo caso, fa rima con la qualità della produzione artistica dei due attori napoletani. Uno spettacolo, quello di Giulivo, che nasce dopo anni di esperienza nel mondo della canzone classica napoletana e dopo studi approfonditi sulla “macchietta”, nonché dalla consapevolezza che “i gusti del pubblico sono maggiormente rivolti agli spettacoli di genere leggero”.

Di qui uno spettacolo votato a far ridere, che è anche “un ridere” di se stessi, “una sorta di analisi dei comportamenti, dei vizi e dei tic che una volta erano motivo d’ilarità e che oramai fanno parte in modo un po’ datato del nostro passato”, come sottolinea lo stesso Giulivo, che è anche autore della pièce. L’ambiguità del mondo moderno, i suoi consumi, i suoi paradossi, i fatti che evocano una satira spontanea ma non comune è invece il leitmotiv di “Misto Lino”: non un insieme di battute-tormentoni, non un monotono collage di sketch, nemmeno una lista ripetitiva di freddure, bensì un progetto, firmato da Lello Marangio, per raccontare il tessuto sociale e l’attualità nella quale viviamo oggi, come sottolinea il protagonista.

Misto Lino è un viaggio attraverso l’Italia e l’Europa, che pone l’accento sui trend quotidiani che rendono l’uomo vittima consapevole-inconsapevole del suo tempo e sui i meccanismi di un’umanità che rema contro se stessa e che di se stessa vuole continuare a ridere. “E’ questa l’ultima possibilità di perdonarsi, forse?” si domanda e domanda agli spettatori Lino Barbieri, lasciando a loro l’ardua sentenza.

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