Bagnasco bacchetta Berlusconi: “Occorre rinnovamento etico”

di Mena Grimaldi

Angelo BagnascoROMA. “Serve un radicale cambiamento nella composizione della classe politica perché circola l’immagine di un Paese disamorato, privo di slanci, quasi in attesa dell’ineluttabile”.

Sono le parole del presidente della Conferenza epistolare italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, nel suo intervento al consiglio della Cei. I vescovi, dunque, alzano il tono contro il capo del governo, Silvio Berlusconi, al centro di indagini e scandali sessuali, e chiedono di “purificare l’aria”.

“Un intenso rinnovamento etico per il bene dell’Italia” era stato auspicato anche da Papa Benedetto XVI la scorsa settimana. Bagnasco, parlando di alcuni eccessi da parte anche della magistratura precisa: “La responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano”.

Pur non citando mai il nome di Berlusconi nel testo, il presidente della Cei prosegue: “Quando la questione morale intacca la politica ha innegabili incidenze culturali ed educative. Contribuisce, di fatto, a propagare la cultura di un’esistenza facile e gaudente, quando questa dovrebbe lasciare il passo alla cultura della serietà e del sacrificio”.

Duro il giudizio sull’incapacità da parte del governo di affrontare la crisi economica con i politici preoccupati piuttosto a difendere comportamenti personali: “Colpisce la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie. Amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede, dando l’impressione che il regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica, specialmente in tempi di austerità”.

Come far fronte all’emergenza e con quali risorse? “E’ essenziale drenare tutte le risorse disponibili – intellettuali, economiche e di tempo – convogliandole verso l’utilità comune”. Poi la battuta sulla necessità di un radicale cambiamento dell’attuale classe politica: “Solo per questa via si può salvare dal discredito generalizzato il sistema della rappresentanza, il quale deve dotarsi di anticorpi adeguati, cominciando a riconoscere ai cittadini la titolarità loro dovuta”.

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