Escort e festini, Berlusconi: “Faccio il premier a tempo perso”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. Dai festini con le escort ai viaggi sull’aereo presidenziale. Si parla di questo e molto altro in alcune delle intercettazioni presenti negli atti giudiziari dell’inchiesta barese sulle escort depositati giovedì 15.

Un’inchiesta che vede indagate otto persone tra cui Gianpaolo Tarantini. L’imprenditore pugliese è indagato per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Le donne, secondo gli inquirenti, erano il modo con cui Gianpaolo Tarantini cercava di stabilire con il premier un “rapporto cameratesco” per fare affari. In particolare, voleva farne con Finmeccanica e con la Protezione civile guidata all’epoca da Guido Bertolaso.

IN VIAGGIO CON AEREO PRESIDENZIALE.Dice il premier a Tarantini: “Devo purtroppo partire per Milano, perché mi è successo un guaio su là devo essere domani mattina prestissimo e poi l’aereo c’è solo stasera, quindi purtroppo ho cambiato tutti i programmi e parto per Milano. Se tu credi di poter arrivare qui adesso e che vi offro che so un gelato”. “In questo frangente – annota la Guardia di finanza – Tarantini dimostrava di saper trarre il massimo vantaggio anche dalle situazioni apparentemente a lui sfavorevoli”. Dice Tarantini al telefono al premier: “sennò veniamo insieme a lei a Milano (ride)”. Rivolgendosi alla escort Marysthell e ad altre donne propone: “Andiamo a Milano, vi va? Con l’aereo con lui”. Le sue interlocutrici rispondono di sì e Gianpi comunica al Presidente, “va bene, se ci dà mezz’ora, il tempo di fare la valigia, veniamo”. Il gruppo giunge effettivamente “con l’aereo presidenziale a Milano” ma – annotano gli investigatori – salta la possibilità di “passare la serata con il presidente Berlusconi”. Quindi, Tarantini trascorre la notte in un hotel milanese occupando una camera assieme a Maria Esther Garcia Polanco. In un’altra occasione, al telefono con la Polanco, il premier dice: “Vedi Marystell, io a tempo perso faccio il primo ministro”. Silvio Berlusconi lo dice al telefono a Marystell Polanco, una delle ragazze che frequentavano le residenze del premier.

“AVEVO LA FILA FUORI DALLA PORTA”. “Ieri sera avevo la fila fuori dalla porta della camera…erano in undici…io me ne son fatte solo otto perché non potevo fare di più…non si può arrivare a tutto…”. E’ quanto dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Gianpaolo Tarantini il primo dell’anno del 2009, parlando della serata precedente. La telefonata è contenuta negli atti dell’inchiesta sulle escort. A chiamare è Gianpi, che racconta il capodanno passato con Belen Rodriguez, Claudia Galanti e Manuela Arcuri. I due si scambiano gli auguri e poi iniziano a parlare di Belen.

Ecco il testo integrale della telefonata.

T: Belen ha fatto dei balli latino-americani…mamma mia
B: chi li ha fatti? Belen?
T: Belen, sì
B: ma adesso è libera? con chi sta?
T: con nessuno. Glielo ho detto ieri infatti l’ho chiamata tante volte che volevo farle gli auguri perché a destra mia Belen…a sinistra Claudia e di fronte Manuela.
B: mamma mia eri messo benissimo
T: ho detto: ho fatto una fine dell’anno…migliore non potevo farla
B: eh ci credo con le tre donne più belle d’Italia
T: Claudia sta bene, Claudia le vuole bene…parla sempre bene…ci mancherebbe
B: Belen invece come si esprime?
T: nooo…forse…poi non ho tanta confidenza, perché io sono amico di Marco (Borriello, ndr) molto…ma io penso che…
B: ma lei è ancora innamorata di Marco?
T: no…no…non credo
B: comunque lui non ha la testa giusta per una donna come Belen
T: là ci vuole un uomo serio
B: è troppo semplice lui…deve andare con un più grosso…con un imprenditore…con uno come te
T: no con uno come lei stavo dicendo io
B: va bene senti io sono qua assediato da quando hanno visto che sono stato dichiarato da Playboy il politico più sexy sul libro che è venuto fuori il trenta…ha riportato questa cosa qui…io non ho scampo con questi qua. Ieri sera avevo la fila fuori dalla porta della camera…erano in undici…io me ne son
fatto solo otto perché non potevo fare di più…non si può arrivare a tutto. Però stamattina mi sento bene sono contento della mia capacità di resistenza agli assedi della vita…che cosa ci tocca fare la notte del primo dell’anno. Senti io ho qua tutti i letti occupati…non so come fare a dirti venite. Il due
viene anche Emilio…queste non vanno via neanche con le cannonate…il prezzo è buono, il vitto anche. Sai ieri sono state sulle automobile tre ore…hanno fatto le gare non le tiravi più giù.
T: ma quante ragazze ci sono?
B: quaranta
T: tutte sono venute
B: no…tutte no! Erano 67 quelle…intanto ho comprato una casa qui vicino per ampliare i posti…dodici posti in più.

“LE RAGAZZE SONO FORAGGIATISSIME”.Le ragazze che passavano la notte a palazzo Grazioli erano “foraggiatissime”. Lo dice il premier Silvio Berlusconi nel corso di una telefonata con Giampaolo Tarantini. Un modo di dire che, secondo la Guardia di Finanza, allude al fatto che “era stato dato loro il necessario”. La telefonata è del 17 ottobre 2010, alle 18.44 e a chiamare è il capo del governo. “Riferendosi alle ragazze che hanno trascorso la notte a palazzo Grazioli – riassume la Gdf – tra l’altro, sottolineava: ‘guarda che hanno tutto per pagarsi tutto da sole queste qua eh’, alludendo, evidentemente al fatto che era stato dato loro il necessario. Motivo per cui Tarantini non doveva sentirsi obbligato a corrispondere loro alcunché”. Tarantini risponde così: “Si, ma stia tranquillo, presidente, non c’è problema”. E Berlusconi aggiunge: “Eh, vabbé, ma non…non…coso…perché hanno…sono…sono foraggiatissime”.

ROSSELLA E DEL NOCE.
Il premier Silvio Berlusconi utilizzò Carlo Rossella e Fabrizio Del Noce “per fornire alle ragazze lo stimolo a partecipare” alla cena del 23 settembre 2008 a Palazzo Grazioli. E’ quanto è scritto negli atti giudiziari dell’inchiesta barese sulle escort depositati giovedì 15. “Che cosa dici – afferma al telefono Berlusconi parlando con Gianpaolo Tarantini – se chiamiamo anche Rossella che c’ha una ragazza che canta in Vaticano molto brava?”, “magari invitiamo anche Fabrizio Del Noce, il direttore della fiction della Rete Uno della Rai?”, “così le ragazze sentono che c’è qualcuno che ha il potere di farle lavorare”.

“NON PIGLIAMOLE ALTE”.In un’altra intercettazione riportata negli atti dell’inchiesta di Bari, Berlusconi chiede a Tarantini: “Per favore, non pigliamole alte”, parlando delle ragazze che devono essere invitate nelle sue residenze. La telefonata è del 5 ottobre 2010. E’ il premier che chiama Gianpi, che poco prima l’aveva contattato senza ottenere risposta. Tarantini, scrive la Gdf, “lo incalzava prospettandogli la possibilità di organizzare un incontro con Manuela Arcuri per il mercoledì successivo riuscendo ad ottenere l’invito a trascorrere la serata insieme e a portare con se alcune ragazze, ma rimandando ad altra serata l’incontro con l’attrice romana”. Berlusconi a quel punto dice: “Se tu hai una ragazza da portare, due ragazze, tre ragazze da portare…” T: sì…sì…sì… B: per favore, non pigliamole alte come fa questo qui di Milano, perché….noi non siamo alti…devono essere tutte come la Graziana (Capone, ndr) T: va bene, io ne porto un paio, due o tre ne porto.

TARANTINI: “PROSTITUTE E COCAINA PER IL MIO PROGETTO”.Io ho voluto conoscere il presidente Berlusconi ed a tal fine mi sono sottoposto a spese notevoli per entrare in confidenza con lui e sapendo del suo interesse verso il genere femminile non ho fatto altro che accompagnare da lui ragazze che presentavo come mie amiche tacendogli che a volte le retribuivo”. Sono le dichiarazioni di Gianpaolo Tarantini rese ai pm di Bari che lo hanno interrogato il 29 luglio 2009 nell’ambito dell’inchiesta sulle escort portate a casa del premier. Tarantini inoltre ammette che “il ricorso alle prostitute ed alla cocaina si inserisce in un mio progetto teso a realizzare una rete di connivenze nel settore della Pubblica amministrazione perché ho pensato – dice – che le ragazze e la cocaina fossero una chiave di accesso per il successo nella società”.

DONNE ANCHE PER UN MAGISTRATO.Dopo “una lunga di scia di serate” organizzate presso le residenze private del premier Silvio Berlusconi, Gianpaolo Tarantini “organizzò due cene facendo intrattenere i suoi ospiti – tra cui alcuni dirigenti di Finmeccanica – da giovani donne disponibili a concedere prestazioni sessuali a pagamento”. Tra questi ospiti figura l’allora procuratore facente funzioni del tribunale di Brindisi, Cosimo Bottazzi, attualmente sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Bari. E’ quanto risulta dagli atti dell’inchiesta barese sulle escort. Il primo dei due incontri avvenne il 4 marzo 2009 nel ristorante interno dell’hotel Valadier di Roma a cui parteciparono, oltre al magistrato Bottazzi, il manager di Finmeccanica Rino Metrangolo (dimessosi oggi) e l’imprenditore salentino Marco Macchitella. Macchitella e Bottazzi erano “presumibilmente” amici di Metrangolo. Ai tre uomini, si legge negli atti dell’inchiesta, furono riservate tre donne: Fadoua Sebbar, Niang Kardiatou (detta Hawa) e “tale Emiliana”. “Fatta eccezione per Emiliana – risulta dagli atti – le donne trascorrevano la notte in compagnia degli uomini, prostituendosi presso l’hotel Valadier” dove Tarantini aveva fatto riservare tre camere a nome di Metrangolo.

BERTOLASO.Berlusconi in auto con Guido Bertolaso chiama Gianpaolo Tarantini perché parli con il responsabile della Protezione civile. L’obiettivo perseguito dall’imprenditore pugliese, tramontato il progetto originario di candidarsi al Parlamento europeo nel 2009, è quello – si legge negli atti edll’inchiesta di Bari depositati – di “entrare nel circuito dei lavori per le grandi opere pubbliche, in particolare far parte della short list del Dipartimento della Protezione civile”. In questo ben più redditizio obiettivo Tarantini, “per tramite dell’amico Salvatore Castellaneta”, coinvolge Enrico Intini, imprenditore a capo dell’omonimo Gruppo di Noci (Bari), che opera nel settore delle infrastrutture.

Il 4 novembre del 2008, all’indomani di una cena a Palazzo Grazioli, Tarantini riferisce a Castellaneta che Berlusconi ha lasciato la brochure informativa sul gruppo Intini a Guido Bertolaso. Il 13 novembre Berlusconi contatta Tarantini: Berlusconi: ..senti sono in macchina con il sottosegretario Bertolaso…ecco te lo passerei così vi mettete d’accordo direttamente”. Bertolaso: “eccoci buonasera” Tarantini: “buonasera lieto di conoscerla”. I due si mettono d’accordo su quando vedersi e fissano l’incontro per le 15 del giorno successivo “a via Ulpiano, lì alla Protezione civile” dice Bertolaso. Poi Berlusconi riprende il telefono e raccomanda a Tarantini: “ecco fammi fare una bella figura eh”. In una successiva telefonata il premier assicura a Tarantini il suo interessamento presso Bertolaso, cui ha passato la brochure del gruppo Intini: “ecco – dice – lui ha i tuoi depliant che i tuoi che mi hai dato, no?”. Dopo l’incontro del 14 novembre a via Ulpiano a cui partecipa anche Enrico Intini, Tarantini racconta in varie telefonate al fratello e a Salvatore Castellaneta che la proposta di affari al gruppo Intini prevedeva la partecipazione al capitale di una societa’ gia’ in fase di costituzione fra Protezione civile e Finmeccanica spa. Tarantini: “ci ha proposto una bella cosa..di entrare..stanno preparando una società mista fra Protezione civile e Finmeccanica..che controlla tutte le tecnologie, una cosa seria una cosa enorme..”.

Il 16 novembre Berlusconi chiama Tarantini per sapere: “com’e’ andata..com’e’ andato l’incontro con Bertolaso?”. A spiegare come sono andate effettivamente le cose e’ lo stesso Tarantini, nell’interrogatorio del 29 luglio 2009 davanti ai magistrati di Bari. “Bertolaso ci disse che Finmeccanca aveva costituito una societa’ mista con la Protezione civile… e ci invitò ad andare da Finmeccanica. Fui io attraverso Rino Metrangolo (dirigente di Finmeccanica, dimessosi venerdì 16 – ndr), persona che avevo conosciuto attraverso Lea Cosentino a prendere contatti con Lunanuova, dirigente della società mista”. Tarantini poi spiega che gli furono illustrate una serie di attività: “Mi dissero che avremmo potuto partecipare all’interno di una Ati (associazione temporanea di imprese, ndr) nella quale avrebbe potuto trovare posto la Sma di Intini. Non si concretizzò nulla perché, sebbene il terremoto all’Aquila avrebbe consentito di realizzare opere stradali attraverso la Sma di Intini, la notizia pubblica della perquisizione da me subita determino’ una presa di distanza da parte di Metrangolo e Lunanuova”.

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