ROMA. Cambia ancora la manovra ad appena una settimana dal vertice tenutosi ad Arcore lunedì scorso grazie ad un compromesso raggiunto in maggioranza.
Un aumento dell’Iva dal 20 al 21%, contributo di solidarietà del 3% per redditi superiori a 500mila euro fino al pareggio di bilancio, adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014. Sono queste le aggiunte al testo sulla manovra che il governo intende “blindare” ponendo il voto di fiducia.
Le modifiche al testo sono state comunicate dall’esecutivo attraverso una nota diffusa da Palazzo Chigi al termine di un vertice di maggioranza con Silvio Berlusconi. Nel comunicato si specifica anche che giovedì prossimo il Consiglio dei ministri approverà l’introduzione in Costituzione della «regola d’oro» sul pareggio di bilancio e dell’abolizione delle Province, col conseguente passaggio di competenze alle Regioni. Il voto finale sulla manovra al Senato è fissato per mercoledì.
La Conferenza dei capigruppo ha, infatti, accolto le richieste di accelerare i tempi di approvazione della provvedimento economico, anche se si aspetta il maxiemendamento su cui l’esecutivo porrà la fiducia. Le modifiche sono arrivate subito dopo lintervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che invitava a varare misure più efficaci in vista della grave situazione venutasi a creare sui mercati finanziari. Le modifiche, però, non soddisfano lopposizione.
L’ennesima chiusura di ogni possibile discussione ci consegna una manovra che resta iniqua e inefficace, dichiara il leader del Pd Pier Luigi Bersani, che guarda con delusione alla scelta dell’esecutivo di porre la fiducia. Della stessa considerazione il numero uno dell’Idv, Antonio Di Pietro: Anche il presidente della Repubblica ha detto che questa manovra non va bene, quindi ora Napolitano tragga le sue conseguenze e sciolga questo Parlamento. Dubbi su questa manovra arrivano anche dai leader di centro. Come al solito il governo è in ritardo e fa solo oggi quello che avrebbe dovuto fare da oltre un mese. Comunque a questo punto è meglio tardi che mai: questa manovra non ci piace e non la voteremo – dichiara il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa – ma quello che hanno deciso di fare almeno lo facciano subito senza perdere altro tempo.