Manovra, Tremonti: “Niente condoni o scudi fiscali”

di Emma Zampella

Giulio TremontiROMA. Per il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, la manovra non presenterà condoni o scudi fiscali.

È quanto si legge dal resoconto della Commissione Bilancio del Senato: nel testo è confermata l’intenzione di “non procedere a nessuna misura di condono, poiché si tratterebbe di un intervento una tantum che genera introiti di cassa, ma che non modifica l’assetto della finanza pubblica”. Secondo Tremonti, inoltre, nella manovra economica “non c’è un eccessivo squilibrio della componente fiscale rispetto ai tagli alla spesa. Credo, ha detto, che non possano essere condivisi i rilievi formulati nei confronti della manovra circa un eccessivo squilibrio della componente fiscale rispetto alla decurtazione della spesa. La proporzione inizialmente prevista viene infatti mantenuta e confermata, ove si consideri che il contributo di solidarietà viene sostituito da misure prettamente fiscali, quantunque nella loro gestione vengano inclusi i governi locali”.

“Sussiste l’esigenza – ha osservato ancora Tremonti in Commissione – di evitare interventi singoli di rimpatrio di capitali che forniscano un gettito solamente una tantum procedendo pertanto con attenzione e prudenza”. Quanto alle relazioni con la Svizzera relative alle controversie fiscali, il ministro ha fatto rilevare che “la posizione italiana è da sempre quella di rispettare il quadro normativo dell’Unione europea e di procedere in armonia con quanto previsto da altri partner europei”.

Da Confindustria, però, arrivano critiche dure alla manovra. “Siamo sconcertati per le misure di contrasto all’evasione fiscale previste nell’emendamento presentato dal Governo – si afferma in una nota -. Le misure presentate ieri risentono della fretta e dell’approssimazione con cui è stato predisposto l’emendamento”.

“Sui costi della politica si sta facendo una grande confusione e una grande demagogia perché c’è molta enfasi ma le cifre di cui parliamo non risanano i conti pubblici ma, prima di pensare a una riduzione dei parlamentari, il Parlamento voti il taglio dei vitalizi sulle loro pensioni. Serve la retribuzione della politica, ma sono ingiusti i privilegi”, afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, aggiungendo che “prima di discutere di altre cose i parlamentari vorrei eleggerli e non che fossero nominati come è oggi”.

Sulla manovra però, l’Ue sembra avere dei dubbi, lanciando dei segnali d’allarme rispetto alle modifiche annunciate al provvedimento di correzione dei conti. “Siamo preoccupati dal vedere un eccessivo affidamento alle misure sulla lotta contro l’evasione fiscale”, così AMadeu Altafaj, portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn.

Contrariamente al parere dell’Ue, la Germania mostra il suo pieno appoggio alla manovra, a cui arrivano pareri rassicuranti. Il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ha spiegato che il governo tedesco “ha piena fiducia nel fatto che l’Italia, anche con i recenti cambiamenti alla manovra, approverà le misure necessarie a rispettare il risparmio previsto per arrivare agli effetti attesi sul bilancio pubblico”.

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Redazione
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