ROMA. L’Europa, la legge elettorale, le riforme della Costituzione: è un Napolitano a tutto campo quello che dialoga, nell’Ateneo di Palermo, con il politologo Gianfranco Pasquino, deciso a rispondere informalmente e più direttamente rispetto a molti dei suoi discorsi istituzionali.
E le risposte dirette iniziano proprio con le modifiche della Carta: “Viviamo in una fase in cui ci si sveglia una mattina e si propone la modifica di un articolo della Costituzione – dice Napolitano – Mi pare ci siano molta improvvisazione e approssimazione”.
Si passa poi al tema dell’integrazione europea: “Per restare in Europa – dice il capo dello Stato – è necessario un esame di coscienza collettivo che deve riguardare anche i comportamenti individuali di molti italiani di ogni parte politica e sociale. Molti italiani devono comprendere che non siamo più negli anni Otanta e tanto meno negli anni Settanta. Il mondo è radicalmente cambiato e anche noi dobbiamo cambiare i nostri comportamenti e le nostre aspettative in senso europeo per mantenere una nostra prospettiva in Europa”.
“Anche la crisi dell’Eurozona spinge verso una maggiore integrazione europea”. “C’è una spinta oggettiva, una forza delle cose che spinge in questa direzione”, ha aggiunto Napolitano. Ma “il futuro resta incerto” perché restano “riluttanze, resistenze e contraddizioni”. Napolitano auspica un freno “all’uso dilagante di certe espressioni, come ‘casta politica’. Rischia di diventare come la notte in cui tutto è grigio, è quasi nero”.
Spazio poi alla legge elettorale: “Da tempo sono convinto che sia essenziale una democrazia dell’alternanza. Questa fu la vera spinta che venne fuori negli anni Novanta, con i cambiamenti della legge elettorale. Su quale legge elettorale favorisca la democrazia dell’alternanza si può discutere. Ad esempio, la permette la legge elettorale tedesca che ha un impianto proporzionale non classico: un alto sbarramento di ingresso e la sfiducia costruttiva, che fu ipotizzata anche dai nostri costituenti”.