ROMA.Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, arriva al 44esimo incontro nazionale di studi delle Acli e, accolto dagli applausi, si sofferma su un cartello che viene mostrato in sala che recita: “Anche i ricchi paghino”.
Di qui la replica del ministro: “Sono d’accordo anche io”. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, invita intanto a varare al più presto la manvora e a fare scelte di lungo periodo. Il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha affermato invece che “è essenziale che l’obiettivo annunciato di diminuzione del debito sia pienamente confermato e implementato”.
“Data l’enorme dimensione dell’evasione, questa mi sembra una riforma strutturale che va nel senso dell’equità”, ha sottolineato Tremonti, intervenendo all’incontro delle Acli. “Non pensavo fosse possibile arrivare a questo tipo di riforma”, ha aggiunto. “Quei soldi arriveranno sicuramente, sono assolutamente coperti. Io penso che ne arriveranno molti di più, assolutamente molti di più nella logica della prevenzione”. “Il problema non è esporre i ricchi ma far notare quanti “fintamente poveri” ci sono”, ha poi sostenuto Tremonti, respingendo le critiche di chi invoca la privacy in merito alle norme sulla lotta all’evasione contenute nella manovra.
“È certo che se devi fare il pareggio di bilancio, che non è una chimera ma non è neanche solo ragioneria, devi avere una logica di equità”, ha poi osservato il ministro dell’Economia. È la “fine dell’illusione che noi occidentali, essendo alti, biondi, con gli occhi azzurri, con una storia civile gloriosa possiamo vivere meglio degli altri. Noi non possiamo più vivere a debito e il processo di riduzione che porta al pareggio di bilancio – ha aggiunto il ministro – non è un esercizio ragionieristico o contabile, è un esercizio civile e politico fondamentale”
Il presidenteNapolitano è intervenuto, intanto, in teleconferenza al seminario Ambrosetti di Cernobbio, spaziando dalla crisi economica ai temi europei e alla manovra del governo di assicurare il pareggio di bilancio entro il 2013. L’Italia ha fatto “scelte coraggiose come la rinuncia all’autorità monetaria” e l’ingresso nell’euro. Ma altre scelte sono “mancate”, ha detto Napolitano. Ad esempio “si è ritardato ed esitato ad affrontare il vincolo che doveva essere allentato e sciolto dell’indebitamento pubblico. La conseguenza è che “nei 10 anni dall’ingresso dell’euro” si è sentito questo peso.
Nel processo per l’approvazione della manovra “occorre che vengano, ora e nel prossimo futuro, con chiarezza e certezza di intenti e di risultati, al di là di ogni inclinazione nociva alla credibilità e agli orientamenti del paese”, compiute le mosse necessarie per il raggiungimento dei risultati del paese, anche per evitare l’insorgere di “antiche diffidenze”, ha detto il presidente. “Facciamo e faremo quel che dobbiamo fare specie per ridurre decisamente il nostro debito pubblico”, ha aggiunto Napolitano, specialmente d’intesa con gli impegni assunti con l’Europa, ma “non in particolare obbedienza a imposizioni dall’esterno, lo facciamo per il nostro interesse” pensando anche alle nostre generazioni future.
“Dobbiamo portare avanti una prospettiva coerente che vada al di là dell’avvicendarsi dei governi” o delle scadenze elettorali, ha risposto il presidente della Repubblica rispondendo ad una domanda sulla manovra. Secondo il Capo dello Stato “non bisogna avere una prospettiva di tre settimane, e nemmeno di 20 mesi”, cioè la scadenza naturale della legislatura, “dobbiamo guardare più avanti, abbiamo bisogno di scelte solide di medio o lungo periodo”.
Il decreto legge del 6 luglio con misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e il voto del parlamento in 9 giorni ha dato luogo a una “prova di coesione nazionale”. Quel decreto, che prevedeva il pareggio di bilancio nel 2014, “non è riuscito a evitare una crisi di fiducia nei mercati finanziari”. Di qui la decisione del governo di anticipare al 2013 l’obiettivo del pareggio di bilancio. “La brusca accelerazione imposta dagli eventi ha reso particolarmente difficile e controversa la definizione da parte del governo di misure efficaci di riduzione del deficit/pil più rapida di quanto previsto e per l’effettiva ripresa della crescita”. Ciò ha prodotto una “discussione travagliata. Sono convinto che sia essenziale che vengano confermati e quindi tradotti in fatti concreti gli obiettivi del decreto di agosto che si riassumono nel raggiungimento del pareggio di bilancio già nel 2013. Lo ritengo essenziale e ho fiducia che a ciò si attengano tutti. In questo momento nessuno, neanche nell’opposizione, mette in dubbio che si debba raggiungere quell’obiettivo”.
Per Napolitano è importante che la discussione in Parlamento si concluda “prima della scadenza dei 60 giorni” prevista dalla legge. È necessario “un impegno comune che comunque emendati” siano rispettati gli obiettivi annunciati. La necessità di assoluta chiarezza da parte del governo e delle forze politiche è un obbligo se si vuole evitare che il paese ricada in una situazione suscita “antiche diffidenze” in Europa.
Non c’è dubbio che anche in Italia, sostiene il capo dello Stato, “la politica sia in affanno”, ma “finchè c’è un governo che ha la fiducia della maggioranza del Parlamento, comunque agisca, io non posso sovrappormi non solo di fatto, ma nemmeno con l’idea di un governo diverso”. Rispondendo a una domanda di Sergio Romano su un eventuale governo tecnico, Napolitano ha sottolineato che “non siamo una Repubblica presidenziale. Quello che posso fare è ogni sforzo perchè pur nell’attuale situazione di contrapposizione tra maggioranza e opposizione e tensione tra forze politiche e sociali si realizzi un clima di maggiore confronto”.
Per uscire dalla “criticità” di questo momento il presidente della Repubblica auspica che sia varato presto “entro il semestre di presidenza polacca europea il pacchetto di governance economica” così come le misure anti crisi. E questo “senza incertezze e riserve tali da produrre instabilità” con i conseguenti problemi alla Bce. “È essenziale che l’obiettivo annunciato di diminuzione del debito sia pienamente confermato e implementato”, ha sottolnieato il presidente della Banca centrale europea in uno scambio di battute con il presidente della Repubblica al seminario Ambrosetti.
Trichet ha sottolineato che “la Bce e il sistema europeo come un tutt’uno, includendo anche la Banca d’Italia”, considerano che le misure dell’ultima manovra, annunciate dal governo il 5 agosto, sono “estremamente importanti per la riduzione rapida del debito pubblico italiano e per migliorare la flessibilità dell’economia italiana. Questo è decisivo – ha concluso – per consolidare e rinforzare la qualità e la credibilità della strategia italiana e della sua affidabilità creditizia”.