Tarantini: “I soldi ricevuti da Berlusconi non riguardavano un ricatto”

di Redazione

Gianpaolo TarantiniROMA.Ammette di aver ricevuto danaro da Silvio Berlusconi, ma puntualizza, così come sostenuto dal premier, che si trattò di un atto di “liberalità”.

È quanto sostiene nel suo memoriale difensivo l’imprenditore Gianpaolo Tarantini: una tesi che appare scontato sarà ribadita durante l’interrogatorio di garanzia in corso da circa due ore. Tarantini sottolinea, quindi, di avere ricevuto dal premier, tramite Valter Lavitola, un appannaggio mensile di 20mila euro fino allo scorso luglio; il danaro era ritirato dalla moglie, Angela Devenuto, presso gli uffici dello stesso Lavitola in via del Corso.

Nel memoriale, di 14 pagine, Tarantini afferma anche di aver chiesto a Berlusconi un prestito di 500mila euro per avviare un’attività imprenditoriale; il premier avrebbe acconsentito a tale richiesta, ma l’imprenditore si dice convinto che la somma sarebbe stata trattenuta da Lavitola. Tarantini nega di avere estorto danaro al premier e ribadisce di aver chiesto aiuto a Berlusconi per le difficoltà economiche in cui si trovava.

Il danaro corrisposto da Berlusconi a Tarantini serviva all’imprenditore per “esigenze di vita”: così l’indagato spiega ancora nel memoriale difensivo che porta la data del 31 agosto, giorno precedente al suo arresto. “A mio carico, spiega Tarantini, oltre alla mia famiglia, composta da mia moglie e da due bambine di due e sette anni, vi èquella di mio fratello, composta da moglie e figlio, nonché la mia anziana madre vedova. Peraltro ho numerosi debiti personali lasciati a Bari che non ho potuto onorare”.

Tarantini esprime poi dispiacere per aver coinvolto Berlusconi nello scandalo: “Ribadisco che egli è completamente estraneo avendo io retribuito le ragazze che venivano ospitate presso la sua abitazione a sua assoluta insaputa”. L’imprenditore pugliese spiega inoltre di avere informato Berlusconi attraverso Lavitola.

Intanto, è stata interrogata per tre ore, come persona informata dei fatti, in Procura a Napoli, Marinella Brambilla, storica segretaria personale di Berlusconi. A lei si sarebbe rivolta Lavitola per ottenere soldi dal premier. Sarebbe lei uno dei contatti usati dal faccendiere per imporre elargizioni di denaro in cambio di un atteggiamento di “basso profilo” da parte di Tarantini, nel corso del processo barese sulle escort a Palazzo Grazioli.

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