LECCE. Iscritto nel registro degli indagati della Procura di Lecce il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati. Le ipotesi di reato contestategli sarebbero labuso d’ufficio e il favoreggiamento personale.
Secondo l’ipotesi accusatoria, il procuratore di Bari si sarebbe adoperato per rallentare la chiusura delle indagini sulle escort che Gianpaolo Tarantini portava nelle residenze del premier, Silvio Berlusconi. Sull’operato di Laudati è stata avviata anche un’indagine del Csm, nell’ambito della quale è stato sentito ieri l’ex pm di Bari, Giuseppe Scelsi. Nei dialoghi intercettati dalla Procura partenopea il procuratore Laudati viene indicato come colui che avrebbe cercato di favorire Tarantini e, soprattutto, di evitare la divulgazione delle intercettazioni scomode del presidente del Consiglio.
Linchiesta avviata a Lecce dovrà chiarire se Tarantini, parlando al telefono con il direttore ed editore dellAvanti, Valter Lavitola, diceva il vero quando riferì che il procuratore capo Laudati avrebbe chiesto ai suoi legali di patteggiare la pena per evitare tanto una nuova esposizione pubblica al presidente Berlusconi, con lavviso di conclusione delle indagini e la conseguente diffusione degli atti e delle intercettazioni, quanto anche un processo pubblico che avrebbe comportato linterrogatorio dello stesso Tarantini.
In unintercettazione del 5 luglio scorso si legge: Quello a Nicola gli ha messo lansia ha detto che è catastrofica…che il suo ruolo è fallito…perché lui era convinto, ti ricordi, di archiviarla. Nella conversazione, almeno secondo quanto ipotizzato dagli investigatori napoletani, il riferimento dovrebbe essere allavvocato Nicola Quaranta, allepoca difensore di Tarantini, e al procuratore Laudati (quello). Laudati sarà ascoltato giovedì.