Tarantini torna libero, Berlusconi da “vittima” a “istigatore”

di Redazione

Gianpaolo Tarantini NAPOLI. Gianpaolo Tarantini e la moglie Nicla sono stati scarcerati dal Tribunale del Riesame di Napoli, che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei loro confronticon l’accusa di estorsione ai danni del premier Silvio Berlusconi, che ora da “vittima” diventa “istigatore”.

L’imprenditore barese ha lasciato nella notte tra lunedì e martedì il carcere di Poggioreale, dove era stato rinchiuso su decisione del gip Amelia Primavera. “Lasciatemi andare dalle mie bambine, torno a casa”, ha detto a giornalisti, fotografi e troupe televisive che lo aspettavano davanti al penitenziario napoletano. Confermato, invece, il provvedimento restrittivo per Valter Lavitola, direttore de “L’Avanti!”, attualmente latitante in Centro America, a Panama.

Per i giudici del Riesame, dunque, Berlusconi non sarebbe da ritenersi vittima di un ricatto, nell’ambito dei presunti festini hard ad Arcore e del giro di escort, bensì responsabile del reato previsto dall’articolo 377 bis del codice penale, ovvero, per aver istigato un indagato, nel caso specifico Tarantini, a fare dichiarazioni false all’autorità giudiziaria. Secondo indiscrezion, come avevano prospettato i pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock ribaltando l’approccio iniziale della loro inchiesta, la sussistenza di tale reato porterebbe al coinvolgimento, in qualità di indagato, di Berlusconi che, insieme a Lavitola,avrebbe indotto l’imprenditore a dire il falso ai magistrati.

Per quanto riguarda la questione della competenza territoriale, secondo l’ordinanza emessa nella notte, a procedere nell’indagine dovrà essere la procura di Bari. Il processo dovrà quindi lasciare Napoli. L’ufficio giudiziario del capoluogo pugliese è ritenuto competente in quanto in quella sede si sarebbero verificate le prime affermazioni mendaci fatte da Tarantini. Lì sarebbe cominciato il reato, poi perfezionato a partire dal settembre 2010 con la complicità del faccendiere Lavitola che ha provveduto materialmente a versare ai coniugi oltre 20mila euro al mese e ha fatto da tramite per erogare i 500mila euro chiesti dallo stesso “Gianpi” in un’unica soluzione.

Intanto, è stato aperto un fascicolo anche dalla procura di Roma, ritenuta competente dal gip di Napoli Primavera a procedere per quanto riguarda l’estorsione contestata a Tarantini e a Lavitola.

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