Scout aggrediti alla Vasca Castellone: denunciati quattro “bulli”

di Nicola Rosselli

 SUCCIVO. Sono quattro minorenni, ragazzi tra i 14 e i 17 anni, studenti, almeno ufficialmente, gli autori dell’aggressione nei confronti del gruppo scout dell’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani), nella giornata di giovedì.

A individuarli i carabinieri del nucleo territoriale di Aversa, coordinati dal colonnello Francesco Marra. Quattro bulli che sistematicamente, da anni, avevano messo in atto una sorta di persecuzione contro gli scout solo perché hanno scelto un stile di vita diverso dal loro.

I carabinieri hanno denunciato ai magistrati presso il tribunale per i minori di Napoli, con le accuse di ingiurie e minacce, due fratelli di Orta di Atella, A.E., quasi 17enne, e D.E., 14 anni, entrambi nati ad Aversa, e due ragazzi di Succivo, S.T., 15 anni, e E.P., 16 anni.

Secondo una prima ricostruzione operata dai militari, anche grazie alla denuncia dettagliata di V.C., 57 anni, insegnante di Succivo, una dei responsabili del gruppo scout Succivo I, giovedì scorso, un gruppo di una quarantina di scout, ragazzini dai 7 agli 11 anni, stava svolgendo le proprie attività in località Parco Verde, Vasca del Castellone. Ad un tratto, i quattro giovanissimi, già noti agli scout, li circondano, iniziano ad ingiuriarli con parole offensive e a lanciare pietre. Una di queste colpisce una bambina di 8 anni afflitta da sindrome down. Nella circostanza e nelle successive fasi, abbastanza concitate, scomparirà anche una bicicletta, di proprietà di uno dei giovani.

Scene che gli scout succivesi hanno vissuto e subito da anni, in questo decennio di loro presenza. Sino ad allora, però, si era giunti al classico “sfottò”, mai era stata usata la violenza. Una degenerazione che ha preoccupato i responsabili del gruppo scout Succivo I, in ambasce per l’incolumità dei ragazzini. Da qui la decisione di passare, questa volta, alle vie di fatto, denunciando l’accaduto ai carabinieri della stazione di Sant’Arpino. Una decisione presa anche per richiamare l’attenzione delle autorità deputate sulle condizioni in cui vivono decine di ragazzi nell’agro aversano. La risposta inquirente e repressiva è giunta immediata, mentre si attendono misure sociali da parte degli organismi deputati al recupero dei ragazzi difficili.

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