Scuola, “Settimana corta contro legge”: lettera di una mamma

di Redazione

 SUCCIVO. Da genitore di due dei bambini della Scuola Primaria di Succivo, scrivo in merito a quella che la vostra testata ha definito la diatriba della settimana lunga o corta.

Prima di esprime pareri pro o contro la “settimana corta”, vorrei che fosse ben chiaro a tutti gli interessati cosa dovrebbe prevedere la settimana corta alla scuola primaria di Succivo, almeno così come ci è stata presentata fino ad ora. Secondo quanto è stato dichiarato in una riunione di qualche giorno fa tra rappresentati del consiglio di circolo, rappresentanti di classe, rappresentanti di interclasse ed alcuni genitori, l’orario della settimana corta prevede che le lezioni vengano svolte tutti i giorni, dalle ore 8:30 alle ore 13:30, fatta eccezione per il martedì quando l’orario scolastico prevede un prolungamento fino alle ore 15:30.

Facendo il banale conto della serva, questo orario così presentato prevede 27 ore di permanenza dei bambini a scuola, ma non 27 ore di lezioni frontali, ed a questo punto i conti non tornano più. Infatti, non mi risulta che l’attuale Riforma Gelmini preveda che tra le ore di insegnamento della Scuola Primaria vi sia il momento del pasto di metà giornata o, volendo essere schietti, il cosiddetto pranzo. Pertanto, nonostante la tanto invocata autonomia scolastica, l’orario di cui tanto si discute risulta palesemente contro legge e quindi al momento non giudicabile, a meno che il Ministero della Pubblica Istruzione o altro organo preposto abbia concesso alla Scuola Primaria di Succivo una qualche “particolare modifica” della legge ovviamente per iscritto.

Così, ad oggi, non mi risulta ancora chiaro come sia stato anche solo preso in considerazione un tale orario non rispettoso della Riforma da persone preposte proprio alla gestione e direzione della scuola, che ben dovrebbero conoscere l’attuale legge in vigore e ben sapere che la Legge non ammette ignoranza. Quando le carte saranno messe in regola e si discuterà di due orari, uno articolato su sei giorni (settimana lunga) ed uno articolato su cinque con “adeguato prolungamento” (fino alle ore 16:30 e non fino alle ore 15:30) o con rientro dopo il pranzo a casa (settimana corta), entrambi formulati su 27 ore di lezioni frontali, allora sì che potremo cominciare a parlare e a pronunciarci. Solo allora potremo poi trovare tesi, opinioni, dichiarazioni a supporto dell’uno o dell’altro orario.

Per ora non vedo proprio i fatti su cui discutere. Solo allora, per rispondere preventivamente all’articolo relativo alla nota dei ‘fautori della settimana corta’, potrebbe accadere che i ‘fautori della settimana lunga’ affermino che non ci siano le condizioni igienico-sanitarie perché i bambini della scuola primaria possano pranzare a scuola in aula, così come del resto non ci sono state per i bambini della scuola dell’Infanzia due anni fa, quando fu sospeso il servizio mensa perché fu necessario fare degli interventi al refettorio.

Altri ‘fautori della settimana lunga’ poi potrebbero addurre come motivazione a favore della loro tesi il fatto che noi genitori abbiamo firmato un modulo all’atto di iscrizione dei bambini, in cui abbiamo pattuito con la scuola qualcosa che con la settimana corta non viene più rispettato.

Altri ancora potrebbero addurre come motivazione che ci sono genitori che il sabato lavorano e che loro sarebbero costretti a riorganizzare la vita loro e dei loro figli, affidando i bambini a baby-sitter o trasferendoli in una scuola privata con aggravi di spesa e con probabile disagio del bambino. Davvero triste sarebbe rinunciare alla Scuola Pubblica, uno dei pochi servizi ancora offerti a noi cittadini, per questo improvviso cambio di orario.

Altri ancora potrebbero addurre come motivazione che il rendimento scolastico di bambini, che vanno dai sei ai dieci anni, potrebbe essere di gran lunga migliore con l’orario articolato sulla settimana lunga e quindi con l’apprendimento mattutino. E che l’orario corto comporterebbe una perdita effettiva di ben tre ore di lezione.

Altri ancora potrebbero chiedere molto candidamente in che modo dovrebbe la settimana corta giovare ed essere necessario ai bambini. Ma queste sono cose di cui si discuterà democraticamente dopo che i due orari a confronto saranno davvero paragonabili, perché entrambi legali.

Angela Flagiello

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