Pdl: “Invece della stampa, perché il sindaco non querela il pentito?”

di Redazione

Raffaele ImprotaTEVEROLA. Raffaele Improta, responsabile del Popolo della Libertà, trova singolare la scelta della Giunta comunale di Teverola di adire le vie legali per la sua “tutela”.

“E’ bizzarra – dice Improta – la pretesa che se i giornali pubblicano notizie su fatti che coinvolgono personalità o amministrazioni di un diverso colore politico, di centrodestra, per capirci, ci si appella, senza indugio, a magistrati e giornalisti perché vadano avanti e facciano fino in fondo il proprio dovere. Se, invece, protagonista di commenti giornalistici è il sindaco di Teverola (centrosinistra) allora, apriti cielo! Ci s’indigna per la lesione d’immagine del Comune e per la lesa maestà del sindaco, gli articoli sono considerati ‘attacchi’ e, manco a dirlo, pure ‘ignobili’. A noi, in realtà, pare ignobile il comportamento di chi, a distanza di tanto tempo, ricomprendo una carica pubblica, la più alta del nostro territorio comunale, quella di sindaco, non avverte il bisogno di portare rispetto alla sua comunità chiarendo, una volta per tutte, per esempio, se sia o no un concittadino dei teverolesi. E’ sufficienteche renda pubblico il suo certificato di residenza ‘storico’ e, così, si archivia una storia che già l’opposizione aveva sollevato in occasione delle elezioni, senza ottenere, nell’immediato, i chiarimenti del caso”.

“Avevamo anche sottolineato – continua Improta – all’indomani dell’annullamento delle elezioni, a giugno 2009, che Teverola è stata turbata e disorientata gravemente, anche da episodi oscuri e preoccupanti che forse avevano proprio l’obiettivo di spingere gli elettori alla ‘fuga’, di generare un ambiente e un clima in città simili a quelli, pesanti e insopportabili, sperimentati, nel passato e ancora attualmente, in altre realtà e in altri mondi dove prevalgono, magari a forza, modi diversi di concepire i diritti del popolo che non ci appartengono. Non ci scoraggia né ci sgomenta la scelta dell’astensione di due/terzi degli elettori; sappiamo bene che molti tra di loro sarebbero andati volentieri ad esercitare il proprio diritto se non si fossero trovati sotto le luci di una ribalta sgradita, in un’atmosfera intimidatoria. Memori di quelle sensazioni, la Giustizia ci dirà quanto ‘profetiche’, ci sembra anche un po’ ignobile, da parte di chi ha festeggiato nel 2010 la vittoria elettorale gridando, con un manifesto, ‘Finalmente giustizia è fatta’, non aver preso le distanze in maniera chiara ed esplicita dalle dichiarazioni di un ‘collaboratore di giustizia’ su supposti ‘condizionamenti’ della volontà di elettori, in relazione alla partecipazione al voto nel 2009. L’insufficiente affluenza alle urne fu infatti determinante per l’invalidazione di quella consultazione comunale, dalla quale la lista del sindaco Lusini era stata esclusa per violazioni delle procedure legali elettorali. A noi non pare che, a proposito di queste vicende, la stampa non abbia diffamato o calunniato chicchessia, avendo correttamente riferito, secondo noi, notizie apprese da fonti ufficiali. ‘Noi stiamo contro i camorristi e attueremo ogni mezzo a disposizione per contrastarli’ ha asserito nelle scorse settimane il sindaco Lusini, a commento delle ultime cronache giudiziarie locali. Bene, attui questi mezzi! Gliene suggeriamo pure uno: l’amministrazione comunale, con coerenza rispetto agli intenti dichiarati, quereli il ‘collaboratore di giustizia’ che ha indotto a quei sospetti, avvalorandoli, dal suo punto di vista, con le sue dichiarazioni”.

“Per le vicende che riguardano il nostro territorio, – aggiunge l’esponente del Pdl – il problema non è la stampa, è, invece, l’onorabilità delle nostre Istituzioni e il rispetto e la tutela delle prerogative democratiche dei cittadini e dei diritti politici e civili di una comunità. L’amministrazione comunale, se fosse coerente, dovrebbe opporsi a chi a prodotto quelle notizie, secondo cui l’onorabilità, il rispetto, la tutela, che vorremmo difesi, sarebbero stati pesantemente danneggiati. Prendersela con chi le riferisce esercitando il diritto di cronaca, significa scambiare la luna con il dito e scegliere una via di fuga. Rammarica e suscita vivo disappunto constatare, pure, che un’amministrazione comunale, in tempi di ‘comportamenti adeguati’, quali sono sollecitati dal Capo dello Stato per la gravità dell’attuale situazione socio-economica, impieghi le già limitate risorse pubbliche per la presunta tutela dell’immagine dell’amministrazione comunale e non per i bisogni della gente che vive nella nostra difficile Città di Teverola. Un giorno avrà modo di comprendere l’enorme errore che si sta commettendo”.

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