Ufficio postale, il Pdl attacca l’amministrazione

di Redazione

 TEVEROLA. “Il problema dell’ufficio postale di Teverola ormai ha superato la soglia della tollerabilità e della decenza”.

Lo afferma il coordinamento cittadino del Pdl. “E’ increscioso assistere inerti alla situazione creatasi dopo l’incendio dello scorso mese di luglio. – continua l’ex consigliere comunale – Speriamo che la magistratura possa concludere speditamente e compiutamente le indagini perché i cittadini conoscano la verità dei fatti. Vogliamo, però, ricordare la storia di quell’ufficio ai ‘Ponzio Pilati’ della politica locale che, inoperosi, sostengono di non avere competenze per il ripristino di quella sede postale. L’ubicazione di via Cavour fu sostenuta con convinzione dal sindaco di Teverola, allora, e ancora oggi, Biagio Lusini”.

“L’opposizione dissentì su quella scelta ritenendola non idonea per svariati motivi tecnico-logistici. Purtroppo, sembra che dietro la decisione di prendere in uso quei locali vi fu una manifestazione di ‘gratitudine elettorale’. Noi, avevamo suggerito l’edificio dell’ex Municipio, in via Roma, dove è ospitata l’attuale sede del Consorzio GeoEco. Ma prevalse la volontà del sindaco di favore la scelta dell’immobile di via Cavour. Poste Italiane Spa paga per l’ufficio di via Cavour un canone di locazione di 4mila euro mensili a un privato cittadino di Teverola”.

“Il Consorzio Geoeco, a sua volta, – continua Improta – paga al Comune 4mila euro mensili al Comune (dopo aver speso per la ristrutturazione oltre 500mila euro, la scelta si parla di “gratitudine occupazionale”). Ovviamente, chiunque può constatare come l’immobile del ex sede municipale sia molto più grande e sia molto meglio posizionato rispetto all’ufficio postale di via Cavour. Ci eravamo chiesto, e ci chiediamo come sia stato possibile adibire a ufficio postale quell’immobile, in violazione di norme relative alla sicurezza (si vocifera, per esempio, che fosse priva di un’uscita di emergenza), in assenza di spazi idonei al parcheggio di autoveicoli e con una superficie inferiore, sembra, a quella prescritta e prevista”.

“Ancora una volta, dietro vicende apparentemente ‘fatali’, si nascondono e riemergono ragioni e dati ‘storici’ che fanno luce sulla miopia e, addirittura, come in questo caso, sulla inavvedutezza di decisioni sollecitate dalla disinvolta volontà di favorire necessità private a discapito delle esigenze dell’utenza di servizi importanti e frequentatissimi, come quelli postali. Con questi metodi, l’impoverimento delle infrastrutture e dei servizi per la comunità locale saranno ‘destini’ inevitabili per i teverolesi i cui interessi generali continueranno a non trovare tutela negli ambiti decisionali”.

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