TRENTOLA DUCENTA. Un poligono di tiro utilizzato dal clan dei Casalesi per addestrare i propri affiliati quello scoperto la scorsa notte a Trentola Ducenta, nel casertano, dagli agenti della squadra mobile di Caserta, diretta dal vicequestore Angelo Morabito.
In via Romaniello non molto lontano dal nascondiglio di via Cottolengo dove il boss Giuseppe Setola sfuggì allarresto scappando lungo la rete fognaria, per poi essere arrestato qualche giorno dopo a Mignano Montelungo i poliziotti hanno effettuato una perquisizione in casa di Antonio Di Caprio, 65enne del posto, pensionato, ritenuto contiguo alla fazione Bidognetti del clan, la stessa a cui apparteneva Setola. Per lui sono scattate le manette con laccusa di detenzione illegale di un fucile calibro 30/06, marca Browning, con matricola abrasa. Larma era seppellita in un terreno nella disponibilità delluomo, occultata in un sacchetto di plastica, avvolto in due giubbotti, ed è stata rinvenuta grazie allausilio dei vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta, che hanno provveduto agli scavi.
Ma la vera sorpresa si è avuta quando, nel cortile dellabitazione, gli agenti hanno trovato laccesso ad una grotta naturale, situata alla profondità di oltre due metri e lunga circa venti, verosimilmente adoperata come poligono di tiro, dove gli affiliati al clan si esercitavano alluso delle armi, come confermato dal rinvenimento di diverse ogive. A Di Caprio, inoltre, sono state sequestrate amministrativamente altre armi legalmente detenute: un fucile marca Franchi calibro 12, una rivoltella Smith & Wesson calibro 38, una semiautomatica Beretta calibro 7.65.
Loperazione si inserisce nel contesto delle attività di contrasto alla criminalità organizzata condotte nei giorni scorsi dalla squadra mobile, che hanno già consentito il sequestro di un arsenale a Villa Literno, costituito da due fucili a pompa con matricola abrasa ed un mitra Ak 47 Kalashnikov ed oltre 500 cartucce per armi comuni e da guerra, oltre allarresto di Giovanni Pirozzi, 58 anni, anchegli nativo di Trentola insieme alla moglie e al figlio, che detenevano illegalmente un revolver clandestino marca Colt-trooper, calibro 357 magnum, occultato in una poltrona che si trovava nel giardino della loro abitazione.