AVERSA. Ventitre milioni di euro di canoni idrici non riscossi. Rischiano di saltare i conti del comune di Aversa, rischia di essere vanificato il bilancio preventivo 2011 e rischia di apparire completamente snaturato quello consuntivo, entrambi approvati da appena qualche settimana.
Ad accorgersene sarebbe stato lassessore alle finanze e al bilancio della giunta guidata dal sindaco azzurro Mimmo Ciaramella, Pasquale Diomaiuta, che, di fatto, controlla i cordoni della borsa. Lesponente politico in quota Udc avrebbe verificato la situazione lanciando subito lallarme tanto che questa sera, mercoledì, è prevista una riunione interpartitica di tutte le forze politiche che compongono la maggioranza di centrodestra. Interpellato sulla vicenda Diomaiuta prima ha cercato di minimizzare, poi, piuttosto contrariato perché la notizia era di fatto pubblica, ha sottolineato: In questi giorni sto effettuando una ricognizione dei residui passivi (di fatto debiti, ndr) e prima di relazionare al sindaco, nel rispetto dei ruoli e dei tempi, preferisco non parlare pubblicamente dellargomento.
Insomma, una presa di posizione in politichese puro tra le cui righe si legge, senza rischio di essere smentiti, che il problema cè, esiste e lo si sta affrontando. Da evidenziare che lufficio acquedotto, dipendente fino a qualche mese fa dallattuale dirigente Ciro Navarra, sarebbe ridotto ai minimi termini, con un organico che, e non è una battuta, fa acqua da tutte le parti. Ogni tanto si parla di riorganizzazione, di esternalizzazione, di censimento, ma, poi, tutto ritorna del dimenticatoio. Al momento attuale addirittura il 20% delle attuali migliaia di utente idriche non sarebbe censito.
Questi fruitori del servizio, di fatto, sono dei fantasmi per lamministrazione comunale. Fantasmi che, però, consumano acqua a sbafo e non sempre con dolo, ma per semplice colpa dei servizi comunali che in questo settore non funzionano. Per non parlare della morosità, costituita soprattutto da condomini con centinaia di sottoutenze, difficili da colpire. Morosità che, costituita o meno da condomini, rischia di andare in buona parte perduta. La riscossione dei canoni idrici, infatti, è sottoposta alla prescrizione breve di cinque anni, per cui, chi non ha mai pagato lacqua non potrà essere perseguito per i debiti anteriori al 2006 e, forse, considerato che siamo a fine 2011, anche al 2007.
Un danno enorme per le casse comunali, soprattutto se si considera che, a sua volta, lEniacque ha chiesto ed ottenuto, chiudendo un annoso contenzioso con lamministrazione comunale, il pagamento di una somma sostanziosa.