AVERSA. Sono stati presenti il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, autorità civili e militari, e tanti sindaci dellagro aversano: di Trentola Ducenta, Teverola, Casapesenna, Casaluce, Carinaro, Frignano, Succivo, SantArpino, Lusciano, Villa di Briano, Cesa, Casal Di Principe, Orta di Atella e Parete.
E tantissimi cittadini. Un auditorium, quello dellex Macello di Aversa, che mai come questa volta ha fatto registrare il pieno. La presentazione della Carta del Fioravanti, sabato 8 ottobre, si è trasformata così in una grande festa per Aversa e per lagro aversano in nome della comune identità storica e culturale. Momento centrale della serata la presentazione Aversa e i suoi Casali nel Settecento. La Carta del Fioravanti, opera del vicesindaco e assessore alla cultura della città di Aversa Nicola De Chiara, che ha chiamato come relatori del suo testo il professor Nello Ronga, studioso del Settecento aversano, e il professor Nicola Terracciano, saggista ed autore di diversi studi di storia locale, mentre il restauro della carta è stato spiegato dalla restauratrice Rosa Maria Arena che ha lavorato alla ripresa del prezioso documento per ben dieci anni.
Ad aprire lincontro, dopo la performance di apertura degli attori della compagnia teatrale Acquerello Napoletano di Caserta, che hanno impersonato i personaggi di Vincenzo Fioravanti, Domenico Cimarosa e Gaetano Maria De Fulgore, è stato il sindaco Domenico Ciaramella, invitato dal moderatore dellincontro, il giornalista Giuseppe Lettieri. Ciaramella, dopo aver ringraziato i colleghi Sindaci e tutti i presenti, ha fatto la storia delle iniziative culturali messe in atto dalla sua Amministrazione, elogiando lassessore De Chiara per limpegno ed i risultati raggiunti, ringraziandolo per avergli fatto capire limportanza della carta del Fioravanti, che campeggia nella stanza del primo cittadino, e che il Comune di Aversa ha riprodotto in cento copie anastatiche, ritenendola utile strumento di promozione del territorio.
E stato lo stesso De Chiara, facendo ricorso anche a delle esplicative slide, a parlare, poi, della Carta, delle difficoltà incontrate per svelare la vera identità dellautore e, soprattutto, del perché fu realizzata, nel 1772, per volontà dei Governatori di Aversa. Ma lincontro sulla Carta del Fioravanti è andato al di là delle aspettative, aprendo un sereno confronto tra il Sindaco di Aversa, Ciaramella, e i suoi colleghi aversani sul destino di questo territorio.
Un confronto che si è aperto soprattutto dopo lintervento del professor Nicola Terracciano che ha sottolineato come la nostra terra, che non è terra di camorra ma di storia e di cultura, ha bisogno di recuperare quellidentità perduta, quellintimo rapporto tra Aversa e i suoi ormai ex casali, con la prima che deve ritornare ad essere faro civilizzatore dellintero comprensorio ed i secondi che non devono perdere le loro peculiarità pur riconoscendosi nella naturalecapitale.
Un lavoro, quello di De Chiara, di ricerca storica ma fortemente attuale per il messaggio che contiene: lagro aversano per ritornare agli antichi splendori e recuperare spazio tra Napoli e Caserta deve recuperare laversanità perduta e che proprio nel Settecento diede forse i risultati migliori.
Al termine dellincontro i primi cittadini dellagro hanno ricevuto dalle mani del sindaco Ciaramella, una copia della ristampa anastatica dellantica carta che fotografa Aversa quando era ancora a capo di ben 38 casali.