AVERSA. Cordoglio per la improvvisa scomparsa di don Salvatore De Filippo da parte della redazione di Nerosubianco, periodico free press di Aversa.
Cari amici di Pupia.tv, mi consentirete dice Giuseppe Lettieri, direttore responsabile del quindicinale anche se in maniera inconsueta, attraverso il vostro spazio editoriale, noi saremo in edicola domenica prossima, di ricordare e rendere un doveroso omaggio allamico don Salvatore De Filippo, la cui notizia della dipartita ci ha davvero lasciati sgomenti e dispiaciuti e per la quale ci stringiamo in un forte abbraccio a tutti i suoi familiari. Ho conosciuto don Salvatore una trentina di anni fa, quando ero un vispo ragazzino che spesso si recava nella sua parrocchia, una delle chiese più belle di Aversa, e non me ne vogliano altri sacerdoti, dove davvero si respirava aria normanna. Ricordo che nel palazzetto di fronte sempre di pertinenza della chiesa, cera un saloncino con un piccolo spazio teatrale, dove poi anni dopo avrei dato una mano a don Salvatore a realizzare dei piccoli spettacolini per i ragazzi della zona, i miezz o quartiere.
Ricordo i racconti di mio padre, quando mi parlava e me ne parla ancora di Primavera Sette Voci, esperienza canora promossa da don Salvatore a principio degli anni Sessanta, e di tutte le iniziative che sempre don Salvatore prendeva per far socializzare la sua comunità, le sue pecorelle come mi diceva spesso, rivolgendo un particolare riguardo soprattutto verso i più giovani. Lì ricordo che insieme al nostro padre spirituale don Fernando Angelino ci riunivamo come Fuci, poiché don Salvatore era un sacerdote che non si tirava mai indietro rendendosi disponibile ad ogni iniziativa positiva. Ogni qualvolta cera da organizzare Aversa Città dArte, o delle visite guidate, non è che ci apriva la chiesa, ci spalancava le porte senza mai pretender nulla in cambio.
Scrivere mi risulta difficile poiché la commozione è forte. Non più tardi di alcuni mesi fa, a marzo, abbiamo festeggiato il suo cinquantesimo anno di sacerdozio, dedicandogli ampio spazio sul nostro free press. Uno spazio che non gli abbiamo mai negato, perché meritava davvero, ed ora è così brutto usare il tempo imperfetto per parlare di lui, anche se siamo sicuri che da lassù continuerà a vegliare su di noi, ad esserci vicino, per confortare i propri cari ed esser guida per tutta la comunità e coloro che lo hanno conosciuto.
Uomo mite, dallapproccio umile, aveva una grande cultura che spesso nascondeva dietro un sorriso, per non mettere in difficoltà i propri interlocutori. Non ho mai sentito don Salvatore alzare la voce, non gli ho mai sentito pronunciare un no, quando cera da fare qualcosa di buono, per il prossimo o per la città. Lui non ha mai abbandonato la sua Santa Maria a Piazza e ironia della sorte anche il suo ultimo respiro è stato in quella chiesa che lho visto presente per quasi cinquantanni, come sacerdote, padre, fratello e amico di una intera comunità. Addio don Salvatore, il tuo ricordo resterà sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerti.