AVELLINO. La Cassazione conferma la sentenza di assoluzione, perché il fatto non sussite, per gli imputati coinvolti nel processo sulla frana di Quindici (Avellino) che il 5 maggio del 1998 provocò la morte di 11 persone.
Assolti, dunque, Domenico Zinzi, attuale presidente della provincia di Caserta, allepoca assessore regionale, Ettore Zucaro, Bruno Anzevino, Giovanni Cantone, Rosa Repole e Luigi Anzalone. Con unudienza speciale davanti alla Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione (presidente Morgigni, relatore Massafra, pg Montagna) si è celebrato il processo a carico dei sei imputati (Zinzi nella qualità di assessore regionale pro-tempore della Regione Campania, Zucaro di coordinatore dellarea generale numero 5, Anzevino di dirigente del Settore Interventi Protezione Civile, Cantone Giovanni di coordinatore dellarea generale 15, Repole e Anzalone di presidenti dellamministrazione provinciale di Avellino) ai quali era contestato il reato di concorso in omicidio colposo plurimo per aver omesso di effettuare attività di programmazione, monitoraggio e studio del territorio per evitare o contenere gli eventi franosi.
Nonostante la vibrata protesta di innocenza degli imputati, il Tribunale di Avellino con sentenza del 20 novembre 2007 aveva condannato tutti gli imputati alla pena di tre anni di reclusione ciascuno per il reato di omicidio colposo plurimo e mandandoli assolti dal reato di frana colposa. Poi, la Corte di Appello di Napoli, con sentenza del 12 novembre 2009, a seguito dellappello proposto dai difensori degli imputati (avvocati Enrico Accinni, Gabriele Amodio, Luciano Costanzo, Raffaele Costanzo, Vincenza Memola, Alfredo Guarino, Giovanni Carobelli), i quali sostenevano la completa correttezza dei loro assistiti, ribaltava la sentenza di primo grado e mandava assolti tutti gli imputati perché il fatto non sussiste.
La procura Generale di Napoli proponeva ricorso per Cassazione avverso la sentenza assolutoria di secondo grado. Innanzi alla Suprema Corte di Cassazione è rivissuta la triste vicenda processuale, nella quale le parti civili hanno sostenuto la sussistenza della piena responsabilità degli imputati. I difensori (avvocati Accinni e Amodio per Zinzi, Luciano e Raffaele Costanzo per Cantone, Vincenza Memola per Anzevino, Guarino per Zucaro e Carobelli per Anzalone) hanno dimostrato la inconsistenza dellatto di impugnazione della pubblica accusa ed il corretto comportamento dei loro assistiti, ai quali nessuna colposa omissione poteva essere addebitata. La Corte di Cassazione – in completo accoglimento delle richieste difensive – ha rigettato il ricorso proposto dalla Procura Generale, confermando lassoluzione nei confronti di tutti gli imputati.