Ticket mensa, lettera di un genitore non residente: “E’ un abuso”

di Redazione

Massimo PiccirilloCESA. All’indomani della pubblicazione dei costi del servizio mensa, arriva una lettera aperta da parte di Massimo Piccirillo, che, a nome suo e di alcuni genitori di bambini frequentanti le scuole di Cesa, ma non residenti nella cittadina, lamenta l’elevato costo dei ticket.

“Come per ogni onesto cittadino – inizia la lettera – il mese di settembre si presenta dovendo affrontare una serie di scadenze economiche, chiamate tasse, che ognuno deve versare; tra queste è immancabile, per chi ha dei figli piccoli, il pagamento della mensa scolastica. Come cittadino ‘cesano’, già il precedente anno mi sono battuto per una situazione a dir poco scandalosa inerente il pagamento del servizio mensa scolastica, nonché la qualità del cibo e quest’anno, come per magia, ci ritroviamo nella medesima situazione”.

“Mi chiedo: – sottolinea Piccirillo –ma l’assessore Stefano Verde si pone il problema di come le famiglie possano pagare cifre così alte? L’assessore sa che una famiglia media ha due figli? Che per ognuno di essi dovrà pagare il servizio scuolabus, la divisa scolastica e quant’altro? Lo sa che permettendo tale oscenità viola il principio costituzionale di garanzia del diritto allo studio per tutti senza alcuna distinzione? Viene da pensare, per come si sono svolti i fatti, che l’assessore in carica abbia voluto giocare d’astuzia non specificando l’importo da pagare già al momento delle iscrizioni e formazione delle classi, negando la libera scelta alle famiglie. Per questo sono portato a credere che come sta facendo la Gelmini a livello nazionale, anche il nostro assessore si stia impegnando a distruggere l’intero sistema scolastico (ricordo che già alcune sezioni della scuola materna sono state chiuse) impedendo la libertà di usufruire di un diritto sacrosanto che spetta a tutti gli esseri umani”.

“Inoltre – conclude il genitore – credo che la disparità del prezzo ticket, fra residenti e non, sia stata una ripicca fatta verso chi ha fatto in modo di non far rientrare ‘una’ parte di popolazione nel sistema comunale cesano (mi riferisco al Referendum per l’annessione del Rione Bagno al Comune di Cesa). Ma questo cosa comporta? Perché ogni bambino dovrebbe subire questa differenza di trattamento, se parliamo di scuola pubblica? Per l’assessore Verde qual è la differenza tra un bambino residente a Cesa ed uno non residente a Cesa? Concludo invitando tutta la popolazione (di cui mi sento parte) a non restare indifferente davanti a questi abusi”.

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