CESA. Non si placa la polemica sulla differenziazione del pagamento del ticket mensa tra i residenti e non.
Dopo le dichiarazioni del sindaco Vincenzo De Angelis e dellassessore Stefano Verde, arriva la replica del cittadino del Rione Bagno Massimo Piccirillo, lo stesso che aveva sollevato la questione: “Partendo dal presupposto che mi sono rivolto nello specifico allassessore di competenza, – dice Piccirillo – ma questo poco importa, volevo annotare che essendo io stesso padre di più bambine, avente diritto allistruzione, come tutti, posso affermare che al momento delliscrizione, nellufficio di competenza, si parla di lieve variazione di prezzi fra residenti e non, in nessun caso viene mai menzionata la cifra precisa”.
“In ogni caso – aggiunge Piccirillo- ritengo che sia vergognoso sfruttare un servizio pubblico rivolto alla parte più debole della società, per sanare ciò che lamministrazione non è in grado di migliorare attraverso altre imposte. Il mio sfogo non è solo quello di un cittadino non residente costretto a pagare quasi il doppio (residenti 34,97 euro, non residenti 67,33 eurocioè 32,36euroin più); ma di un padre di famiglia costretto ad affrontare già mille spese, compresa la mensa scolastica sia che si parli di residenti che di non residenti. Inoltre aggiungo che nel mio sfogo precedente non cè stato un intenzione al non pagare, ma volevo far riflettere sul fatto che è comunque troppo ciò che viene richiesto per residenti e non”.
“Nonostante apprezzi il gesto magnanimo del sindaco di rinuncia al proprio salario per ridurre la rata ai residenti, – conclude Piccirillo – mi sembra, comunque, assurdo, che un bambino paghi quasi quanto un dipendente statale con diritto al ticket mensa, dove la quantità di cibo sarà sicuramente maggiore rispetto alla quantità che un nutrizionista prevede per un bambino. Specifico, inoltre, che mi faccio portavoce solo di me stesso e non di altri”.