Berlusconi chiede la fiducia: “Non ci sono alternative”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA.La maggioranza lo accoglie con un lungo applauso. L’opposizione disertando l’Aula. Silvio Berlusconi torna a chiedere la fiducia per il suo governo e a ribadire che non ha nessuna intenzione di fare “passi indietro”.

Lo fa dopo quello che definisce “un incidente parlamentare” di cui si scusa. Ovvero la bocciatura del Rendiconto a Montecitorio. Berlusconi la definisce “una situazione anomala da sanare con la fiducia”. Ma di una cosa il premier si dice certo: “Non possono esserci conseguenze sul piano istituzionale”. Perché, scandisce il premier, questo governo è “l’unico soggetto democraticamente abilitato a difendere gli interessi nazionali dalle tensioni della crisi. Anche perché non ci sono alternative”. E se oggi dovesse arrivare la sfiducia, il Cavaliere vede una sola strada: “Tornare al voto”. Perché “i governi tecnici non risolvono i problemi del Paese e non avrebbero la forza di un governo democraticamente eletto”. Mentre il premier si dice certo di poter “sconfiggere la strategia della paralisi e del pessimismo portata avanti dagli sfascisti”.

Il presidente del Consiglio torna a quello che definisce l’incidente parlamentare sul Rendiconto. E lo fa per minimizzarne le conseguenze: “Nell’approvare una legge sul rendiconto il cui contenuto è inemendabile il Parlamento conferisce una copertura legislativa al procedimento di accertamento e di verifica dell’anno precedente. In caso di votazione negativa di una Camera è del tutto improprio parlare di sfiducia”. Il governo invece “presenterà in Parlamento un nuovo rendiconto” che passerà “all’esame della corte dei conti e sarà poi trasmesso al senato”. Il provvedimento sarà adottato “dopo la conclusione di questo dibattito. Il governo ha il dovere di farlo”.

Tocca al Quirinale. Napolitano era stato chiaro: “Berlusconi deve trovare il modo di uscire dalla crisi”. Oggi Berlusconi ne tesse le lodi: “Da parte del Quirinale c’è una alta vigilanza impeccabile, senza interventi politici”. Veleno invece sull’opposizione che “appare frastagliata e divisa, e oggi è addirittura sparita e partecipa a una campagna demolitoria”. Quella di sinistra, poi, “è unita solo dall’antiberlusconismo”. Ma Berlusconi ci tiene a lanciare un messaggio ai centristi, magari in vista di allenze future: “Chi vuole erigere patiboli di carta e sfregiare il Paese e continuare a lapidare ogni giorno un nuovo capro espiatorio, sappia che ci troverà come ostacolo insormontabile sulla sua strada. Mentre chi vuole fare proposte concrete e prepararsi alle elezioni del 2013 sarà un interlocutore utile al Paese”.

Solo un accenno alla crisi economica. Berlusconi sottolinea che bisogna avere “la consapevolezza che la politica di rigore senza contemporaneamente misure per la crescita rischia di condurre alla stagnazione e a un conseguente peggioramento dei conti pubblici”. Per il premier, dunque, “deve essere chiaro che vogliamo sconfiggere la strategia della paralisi e del pessimismo. Il pareggio di bilancio ci sarà”. Non manca il passaggio sulla giustizia e il riaffermare della necessità di una riforma che “ponga fine al suo uso politicizzato che va avanti da troppo tempo”.

Finisce tra gli applausi della maggioranza. E con un colloquio con Giulio Tremonti. I gruppi dell’opposizione si tengono lontani dall’aula. Presenti solo i sei radicali eletti nel Pd ancora una volta in disaccordo con le scelte democratiche. Tanto che Rosy Bindi sbotta: “Mi chiedo quanto ancora dovremo subire un’umiliazione del genere”.

Eventuali gruppi autonomi lanciati da Claudio Scajola sarebbero “un segnale sbagliato”. E’ quanto sottolinea il ministro degli esteri Franco Frattini, che rileva “come una scelta del genere rappresenterebbe la balcanizzazione del parlamento”. E comunque Berlusconi “mi ha escluso trattative di qualsiasi genere” con i cosiddetti ‘scajoliani'”. Replica dell’ex ministro a capo della fronda interna del Pdl: “Berlusconi deve prendere in mano una situazione difficile per allargare il consenso parlamentare. C’è bisogno di un governo con una maggioranza più vasta per garantire di uscire dalla situazione difficile in cui siamo. Berlusconi è stato il protagonista della politica negli ultimi vent’anni e può esserlo ancora nella nuova fase che si deve aprire”. Al momento, comunque, il gruppo dei fedelissimi dell’ex ministro sembra orientato a votare la fiducia. “la voto” dice Scajola. Che, però, precisa. “Se ho scoltato quegli elementi di rilancio che chiedevo? “Questo è un altro discorso…”.

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