ROMA.Sarà una “settimana chiave” per il governo Berlusconi, chiamato alla prova sui temi del condono, delle intercettazioni e della nomina del nuovo governatore della Banca d’Italia.
Il segretario Pdl, Angelino Alfano, chiude ai centristi blindando il presidente del Consiglio, mentre il leader della Lega, Umberto Bossi, manda a dire che senza Berlusconi non si prendono voti. I “dissidenti”,o, come sono stati ribattezzati, i “frondisti”del Pdl insistono per un passo indietro, ma il coordinatore del partito Denis Verdini è convinto che non romperanno. Tensioni anche nella Lega: a Varese appeso uno striscione contro il neosegretario Maurilio Canton, nominato su indicazione di Umberto Bossi, senza consentire di votare come i delegati invece invocavano.
Sul fronte condono, domenica il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, aveva ribadito il “no” secco di Confindustria: “La logica del condono – aveva detto – da un messaggio assolutamente sbagliato, in un certo senso premia i furbi e noi, invece, abbiamo bisogno che tutti paghino le tasse e rispettino le regole: quindi non credo che sia la scelta giusta”. Ora Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, replica indirettamente: “Ci ripromettiamo domani di ritornare sui temi economici in forma più meditata. Oggi ci limitiamo ad osservare che, invece di fare una discussione seria, senza tabu ideologici di alcun tipo su come il nostro Paese può di qui alla fine della legislatura misurarsi con il nodo decisivo dell’abbattimento del debito, si è sviluppata una discussione che si è incentrata soltanto sul problema del condono. Su di esso poi si sono concentrate le polemiche che non ci intimidiscono affatto, per cui non ritiriamo la questione. Alcuni si sono esercitati in polemiche di segno ideologico che non ci hanno sorpreso, visto che provengono dalla Cgil e dal Partito democratico che hanno contestato anche la lettera della Bce, altri invece hanno colto l’occasione a buon mercato per rifarsi una verginità, altri ancora hanno riscoperto Savonarola, anche perché forse pensano che facendo solo tagli lineari e lotta all’evasione senza alcun tipo di politica per la crescita si possa prescindere da ogni ricerca del consenso sociale, visto poi che la responsabilità politica di quest’ultimo viene riversata solo sul presidente del Consiglio”.
Il Pd ritiene chel’insistenza di Cicchittosiaun pessimo messaggio: “Elevati standard di legalità e di civismo non sono mai stati carattere distintivo del centrodestra di Berlusconi, Bossi e della loro cricca. – dice il responsabile economia dei democratici, Stefano Fassina – Tuttavia, l’insistenza dell’onorevole Cicchitto a favore dell’ennesimo condono è un pessimo messaggio per la credibilità e l’affidabilità politica dell’Italia ma soprattutto umilia lavoratori e imprenditori che, nonostante la crisi, continuano a fare faticosamente il loro dovere. Dobbiamo combattere l’evasione, recuperare gettito e abbassare le aliquote effettive. Soltanto così l’Italia può uscire dal tunnel, mentre questo governo porta ogni giorno più indietro il Paese”.
Anche dallo stesso Pdl arrivano autorevoli ‘No’.Il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, ribadisce il no al condono: “La posizione del governo non è cambiata rispetto a venerdì. – dice l’esponente del Pdl- Crediamo che inserire il condono negli interventi che stiamo preparando non sia praticabile. Siamo contrari sia dal punto di vista etico e politico perché frenerebbe la lotta all’evasione che stiamo facendo, sia dal punto di vista tecnico perché abbiamo inserito consistenti risorse dalla lotta all’evasione nelle ultime due manovre e questo vanificherebbe questi introiti nelle entrate correnti”.”Il condono non si può fare tecnicamente, verrebbe contestato dalla Ue”, dice Maurizio Leo, presidente della Commissione parlamentare per l’Anagrafe tributaria ed esperto fiscale del partito di Berlusconi. “Non si può fare innanzitutto ai fini dell’Iva, che è un’imposta comunitaria e si rischia di arrecare un pregiudizio al gettito”. Per Leo quello che si potrebbe fare è “un accertamento con adesione di massa, senza pregiudizio per l’Iva. Nel 1994 fu fatto un concordato che portò un gettito importante, circa 9mila miliardi delle vecchie lire. In questo caso si pagherebbe tutto, senza però sanzioni e interessi”.
Dalla CommissioneEuropea, Franco Roccatagliata, della direzione della Fiscalità, ritiene chel’Italia potrebbe avere problemi con l’Ue. “Altri condoni in Italia – dice Roccatagliata – hanno avuto problemi di compatibilità in materia di aiuti di Stato. Se con un condono si aiutano le imprese – dice il funzionario, precisando di parlare a titolo personale – si potrebbero creare turbative al mercato e dunque la misura sarebbe contraria alla concorrenza. A parte dunque la questione morale, ci sarebbe un’incidenza negativa sul mercato. Se il condono dovesse poi coinvolgere l’Iva, sarebbe molto pericoloso per l’Italia. Il rischio di un contrasto con la Ue sarebbe quasi assicurato perché un condono su questa imposta potrebbe compromettere risorse comunitarie”.