MESSINA. Maxi sequestro di beni a presunti affiliati alla mafia. Il sequestro, ad opera della polizia di Messina, è stato eseguito a carico di quattro persone e dei loro familiari, appartenenti alle famiglie Bonaffini-Chiofalo.
In particolare, i destinatari del sequestro sono Angelo e Sarino Bonaffini e i fratelli Gaetano e Domenico Chiofalo. Sequestrati 430 unità immobiliari, 9 società, una flotta navale (5 pescherecci e 3 yacht di lusso), 26 mezzi agricoli pesanti, 13 autovetture e centinaia di conti bancari. Un imponente patrimonio, del valore stimato in circa 450 milioni di euro, provento del reimpiego di proventi illeciti. Gli imprenditori operavano soprattutto nella compravendita di pesce, nell’edilizia, nella ristorazione e nel settore alberghiero.
Gli investigatori hanno scoperto in un’intercettazione che i Bonaffini avrebbero avuto un ruolo anche nel traffico di stupefacenti, utilizzando la loro azienda ittica come paravento. Per reinvestire in attività lecite il denaro sporco, le cosche avrebbero utilizzato alcuni prestanome. Gli inquirenti hanno poi accertato che i due gruppi erano riusciti ad espandersi nel settore edilizio, grazie anche al sostegno dei clan e a legami con funzionari amministrativi e politici locali.
Il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, si è complimentato con gli inquirenti messinesi per la brillante operazione.Il sequestro hanno precisato gli investigatori in una nota costituisce il risultato di complesse indagini di natura patrimoniale che hanno consentito di ricostruire l’ascesa economica del gruppo imprenditoriale Bonaffini-Chiofalo, avvenuta anche grazie ai suoi legami con alcuni sodalizi criminali mafiosi di elevatissima pericolosità sociale che controllano le aree di insediamento imprenditoriale di Messina.