AVERSA. Mimmo Ciaramella, dopo due mandati, nella prossima primavera dovrà passare la mano quale sindaco di Aversa.
Unesperienza che lo ha certamente segnato, soprattutto come uomo ed è questo aspetto che abbiamo inteso evidenziare in unintervista a cavallo tra il pubblico e il privato.
Cosa farà Ciaramella dopo le elezioni amministrative del 2012? Lho detto anche altre volte e lo ripeto: rimarrò a disposizione del partito e, in particolare, del senatore Pasquale Giuliano. Certo, mi piacerebbe continuare ad essere nellambito politico senza un obiettivo particolare. Nel caso in cui questo non sia possibile non ci sarà alcun dramma e continuerò ad esercitare la mia professione di dottore commercialista insieme ai miei figli.
Cosa le hanno insegnato questi dieci anni da sindaco? Molto. Ribadisco: molto, molto, molto. A volte mi chiedo come sarebbe stato se avessi anticipato di dieci anni la mia candidatura, quando diversi partiti me la offrirono. E unesperienza che ti insegna tanto sotto diversi profili, anche se venivo da una lunga esperienza professionale; lesperienza pubblica ti forma. Ma, occorre evidenziarlo, cè anche un insegnamento negativo: non poter continuare ad essere una persona buona ad oltranza, quello che aveva una pacca sulla spalla per tutti. Ad un certo punto sono stato costretto a tirare fuori la grinta per far capire agli altri che oltre certi limiti non si poteva andare.
Come metterà a frutto questa esperienza? Siamo di fronte ad unesperienza che può essere utile in tutti i sensi. Ho scoperto, ad esempio, che ad Aversa cè una nicchia di persone povere, ma molto dignitose, che non riesce a mettere il piatto a tavola. Cè molta povertà che fa capire come noi, i nostri figli e nipoti siamo dei privilegiati. Sono diventato più umano, anche se per caratteristica di famiglia siamo sempre stati vicini ai più sfortunati. Credo, quindi, che mi adopererò per aiutare chi ha bisogno. Inoltre, nonostante avessi un carattere poco permeabile, oggi è ancora più fortificato. Bisogna vivere certe esperienze per capire effettivamente. Quando, ad esempio, qualche giovanotto dellopposizione usa qualche epiteto poco felice nei miei confronti, lo comprendo, ma penso anche che al mio posto, come sindaco, forse si comporterebbe allo stesso modo. Insomma, unesperienza non facile, ma sarei pronto a ripeterla senza indugio.
Quale deve essere lidentikit del suo successore? I miei successori possono essere in tanti. Mi dovete dare atto che in questi anni io, il senatore Giuliano e Nicola Golia abbiamo fatto in modo che crescesse con noi una nuova classe dirigente e di persone capaci ce ne sono. Ovviamente, io ho una mia idea particolare, ma credo che i tempi non siano ancora maturi. Abbiamo, infatti, deciso che ci dovrà essere un programma, una coalizione e, poi, alla fine, tutti insieme, dobbiamo scegliere il candidato a sindaco. Per quanto riguarda lidentikit credo debba essere un giovane, ossia debba avere non più di 50 anni, meglio se più vicino ai 40, che abbia maturato comunque unesperienza politica. Inoltre, deve sapere sin da subito che dovrà mettere da parte la sua attività. Io, allinizio del primo mandato, credevo di poter continuare la mia professione, alla fine devo dire che sono stato fortunato grazie ai miei figli che hanno gestito loro lo studio di famiglia.
Ma deve per forza trattarsi di un esponente del Pdl? Bella domanda. Allinterno del nostro partito abbiamo diversi nomi che corrispondono allidentikit che ho tracciato. Comunque, avendo detto che le tappe sono: programma, coalizione e, solo alla fine, scelta del candidato a sindaco fatta collegialmente, se tanto mi da tanto, credo proprio che potrebbe anche non essere un esponente del Pdl.