“Famiglia e dipendenza”, convegno all’Auditorium

di Emma Zampella

 AVERSA. La seconda edizione della “Settimana del Benessere Psicologico in Campania” fa tappa ad Aversa, dove si discute di “Famiglia e dipendenza”.

A promuovere gli incontri, che si sono svolti dal 21 al 26 novembre in 193 comuni della Campania, è stato l’Ordine degli Psicologi della Campania insieme all’Anci. Il convegno si è tenuto nell’auditorium “Caianiello” dell’Ex Macello di Aversa, nel corso del quale sono intervenuti l’assessore alle politiche sociali, Vincenzo Lanzetta, e i relatori Nicla Auciello, Domenica Rosaria Marotta, Concetta Caputo, dirigente della comunità Leo Amici, e Luca Abate.

Argomento del convegno le dipendenze vecchie e nuove del soggetto contemporaneo, derivate non solo da sostanze, ma anche da strumenti, quali il computer, internet e il gioco d’azzardo. Non è facile ammettere di aver bisogno dell’aiuto di uno psicologo, “e questi incontri possono essere la chiave del cambiamento: è necessario liberarsi di questo retaggio culturale che porta a considerare ‘pazzo’, chi si reca da uno specialista”, hanno chiarito i relatori. “La dipendenza – hanno aggiunto – diventa patologia quando l’individuo vive per essa. La famiglia, se monitora il soggetto affetto da dipendenza di qualsiasi natura, può aiutare e deve farlo. È il primo campanello d’allarme pronto a scattare quando si sviluppano comportamenti anomali”.

E’intervenuta anche una coppia, madre e figlio, testimonianza diretta degli effetti disastrosi scatenati dalle dipendenza, in questo caso di sostanza stupefacenti. Mamma Sandra ha infatti raccontato che si comprende di avere un figlio tossicodipendente “quando vedi che quello non è più tuo figlio. Io avevo perso il mio. Non era più il ragazzo spensierato, allegro e loquace che io conoscevo. Era diventato introverso non parlava più con me. Era scostante e non aveva voglia di andare a scuola. Quando un adolescente si allontana dalla scuola, c’è qualche problema serio da risolvere”.

Antonio, che ha ammesso di fare aver fatto uso di eroina e cocaina in un periodo difficile, ha raccontato che si comincia per gioco, “solo per provare, per stare con gli amici. E lo fai perché non vuoi essere giudicato, non vuoi essere un diverso. Ma ho imparato a mie spese che sei un diverso se impari a dire di no”. Il consiglio di mamma Sandra è quello di dare più regole per i giovani che hanno perso ogni senso della misura e che vivono troppo la loro libertà. “Nella vita – ha sottolineato – occorre ritornare ad avere delle regole”.

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