AVERSA. Sul patrimonio urbanistico della città, al centro, sabato pomeriggio, di un convegno promosso da Noi Aversani, interviene anche lUdc.
Obiettivo è evitare speculazioni sul mega capannone realizzato dallamministrazione municipale in piazza Papa Giovanni XXIII per essere utilizzato come mercatino rionale. Costato alla collettività oltre un milione di euro, pronto da ormai circa due anni, ma inspiegabilmente chiuso, quello che viene definito dai residenti lo scatolone sarebbe stato chiesto in uso dai responsabili della Chiesa Cristiana Evangelica.
Ufficialmente dice Gennaro Morra, coordinatore cittadino del partito di Casini la richiesta, presentata allEnte comunale una decina di giorni fa, parla di uso del capannone essenzialmente come luogo in cui celebrare funzioni religiose, ma per essere tale sembra necessiti di una ristrutturazione che ci auguriamo avvenga a spese di chi dovesse ottenere il via libera alluso stesso. Però continua Morra avendo avuto occasione di visionare il progetto relativo abbiamo la sensazione che non sarà utilizzata esclusivamente come sede per celebrazioni ma anche come casa di riposo.
Tuttavia, qualunque sia la destinazione che gli evangelici intendano dare alla struttura, lUdc prosegue il coordinatore del partito chiede che lamministrazione non conceda a privati luso di un bene pubblico per due precisi motivi. Innanzitutto spiega perché parliamo di privati che hanno già in suo gratuito un bene pubblico, qual è lo standard comunale di via De Filippo sul quale è presente attualmente una tenda. Tenda e standard che ricorda sono stati abbandonati a se stessi da anni, vale a dire da quando gli evangelici hanno acquisito la proprietà dellarea e delle strutture dellex Ciardulli Center, trasferendosi in esse per le loro attività, senza, però, restituire al Comune lo spazio pubblico. Il secondo motivo è continua Morra che la struttura di piazza Papa Giovanni XXIII può essere usata per offrire servizi a tutti i cittadini aversani, non solo agli evangelici. In proposito, aggiunge lUdc pensa ad una trasformazione in un centro di formazione professionale, destinato al recupero di mestieri oggi dimenticati ma richiestissimi, capaci di offrire ai giovani immediato inserimento nel mondo del lavoro. Realizzandolo conclude Morra per una volta si farebbe qualche cosa di concreto per ridurre la disoccupazione giovanile che nel nostro territorio registra percentuali da record.