Camorra, 35 arresti contro il clan dei Casalesi: nomi, foto e video

di Antonio Taglialatela

 Giuseppe SetolaVasta operazione dei carabinieri del reparto territoriale di Aversa e del comando provinciale di Caserta per la cattura di 35 esponenti di spicco delle fazioni Schiavone e Bidognetti del clan dei Casalesi.

I destinatari dei provvedimenti sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione, usura, traffico di droga e armi. L’operazione, denominata “Ultimo atto”, coordinata dai pm dellaDirezione distrettuale antimafia di Napoli, Cesare Sirignano, Giovanni Conzo e Catello Maresca, ha visto impegnati 200 militari, supportati dagli elicotteri dell’Arma, in diverse regioni italiane.

Tra i 35 destinatari delle ordinanze, di cui la metà si trova già in carcere, ci sono anche il figlio del boss Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto ‘e mezzanotte”, Raffaele Bidognetti, il leader dell’ala stragista del clan Giuseppe Setola e Alessandro Cirillo, “’O Sergente”, tutti già detenuti e condannati. Poi ci sono i fratelli Mario e Nicola Gagliardini, Angelo Rucco, Fabio Gerundino, residente a Cassano allo Ionio, in Calabria.

In manette anche il presunto nuovo leader della camorra nell’agro aversano, Giacomo D’Aniello, che ha preso le redini in mano della criminalità organizzata dopo l’arresto dei capizona Lorenzo Ventre e Luigi Chianese, detto “Giggino ‘o santo”.

In particolare, nel mirino degli investigatori l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti che veniva gestita dai Gagliardini, mentre Rucco era esecutore materiale dello smercio, insieme a Salvatore De Santis eGiuseppe Barbato, mentre Alessandro Abbamundo e Fabio Abate fungevano da corriere per trasportare la droga fuori regione, soprattutto in Emilia Romagna e in provincia di Cosenza. I Gagliardini, inoltre,custodivano armi e veicoli rubati per conto dei Casalesi.

Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia “ex setoliani”, come Oreste Spagnuolo, Giovanni Mola, Francesco Diana, Emilio Di Caterino e Luca Mosca, ed hanno ricostruito i diversi cambiamenti ai vertici del clan nel corso degli anni e le responsabilità su alcuni delitti.

A Lusciano, cittadina dell’agro aversano che fu sotto l’egemonia dei Ventre, prima, e di Setola, successivamente, gli inquirenti hanno ricostruito il controllo del clan sul territorio e sulle attività imprenditoriali, da quelle più articolate a quelle più spicciole, tra cui le ristrutturazioni di abitazioni private.

Fra gli episodi criminosi accertati, l’omicidio di Giuseppe Caiazzo, compiuto a Villa Literno nel dicembre del 2003, nell’ambito della faida tra le fazioni Bidognetti e Tavoletta del clan dei casalesi. In quella circostanza, gli appartenenti all’articolazione luscianese dei Bidognetti avevano fornito il maggiore contributo logistico ed operativo per il delitto.

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Redazione
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