I volontari di Don Diana fanno un “pacco alla camorra”

di Redazione

Luigi De Magistris e Valerio TaglioneNAPOLI. “Questa volta il pacco alla camorra l’abbiamo fatto noi!”, è lo slogan scandito nel salone del Teatro San Carlo di Napoli.

Alla presentazione dell’iniziativa “Facciamo un pacco alla camorra” hanno partecipato diversi rappresentanti istituzionali che ne hanno conferito visibilità,ma soprattutto gente comune e scolaresche, addirittura si sono contate rappresentanze di più di 10 istituti che sono andati ad affollare la magnifica sala messa a disposizione dai gestori del Teatro. Il “Pacco alla camorra” è il coronamento degli sforzi di anni da parte di coloro che gestiscono i beni sequestrati alle mafie e riassegnate alla società per fini sociali, in quelle che amiamo definire le Terre di don Peppe Diana, che hanno valicato i confini dell’agro-aversano per divenire un modello da esportazione made in Terra di Lavoro. Valerio Taglione, coordinatore del Comitato don Peppe Diana, ha introdotto il protagonista della giornata: il pacco.

L’iniziativa è semplice ma allo stesso tempo geniale: togliere alla criminalità organizzata risorse economiche attraverso la confisca di beni e soprattutto il riutilizzo degli stessi a fini sociali. Nel caso specifico la trasformazione e la coltivazione di territori appartenuti ai mafiosi, rappresenta uno sviluppo dell’economia alternativa a quella camorristica. I frutti della terra restituita alla popolazione, che le cooperative sociali utilizzano anche a scopo riabilitativo facendo lavorare persone con problemi di inserimento sociale e portatori di handicap psico-fisici, sono riuniti nel classico pacco regalo natalizio.

Ecco, quindi, che nel pacco anticamorra troveremo le confezioni di sott’olio della cooperativa Eureka, i “paccheri” di don Peppe Diana”,confetture e miele di Al di là dei Sogni, caffè della coop Lazzarelle, cioccolato della Nco e grande novità dell’anno una borsa realizzata dalle donne nigeriane della sartoria sociale sottratte alla prostituzione della comunità Altri Orizzonti afferente alla Jerry Masslo.

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Al di là del contenuto materiale dei pacchi che ci deve invogliarne all’acquisto, c’è un forte valore simbolico. Nei pacchi c’è la volontà degli uomini che lavorano nelle cooperative, di Libera della Fondazione Pol.i.s di riappropriarsi della proprio terra, di riscattare la dignità, di affrancarsi dalle mafie, di ricordare gli eroi dell’antimafia.

Gli interventi sono stati moderati da Geppino Fiorenza, che con don Tonino Palmese ha coordinato l’iniziativa che, come anticipato, ha visto la partecipazione di diverse autorità pubbliche, quali Raimondo Pasquino, presidente del Consiglio Comunale di Napoli, l’assessore Miraglia, a rappresentare il presidente della Regione Stefano Caldoro, l’onorevole Franco Malvano quale referente Presidenza Regione Campania per i beni confiscati, ed Immacolata Fedele, presidente del Consorzio Agrorinasce. Particolarmente incisivi gli interventi del primo cittadino partenopeo, Luigi De Magistris, che ha sottolineato, citando le parole di Borsellino, come la politica e la camorra abbiano una cosa in comune: la ricerca del consenso; per ottenerlo o si fanno la guerra o sono in pace. Attività di mobilitazione sociale come queste hanno un compito: rompere i legami incestuosi tra istituzioni e criminalità, decidendo di schierarsi da una sola parte senza ambiguità.

L’importanza della società nella lotta alle mafie è stata messa in luce anche dal sostituto procuratore della Dda Antonio Ardituro, che ha usato termini forti: ognuno di questi pacchi ha il valore di un 41 bis per un capo mafia, in quanto testimonia l’impegno sociale nel rinnegare la criminalità che per troppo tempo ho promesso un benessere che si è trasformato in distruzione e morte nelle città. In tal senso, il fatto stesso che questa iniziativa si tenga nel glorioso San Carlo, ci dimostra i passi in avanti fatti dall’antimafia civile. Il pacco delle terre di don Peppe Diana è quindi pieno di speranze, di impegno, di voglia di riscatto, rappresentato da persone come Mirella Letizia, Peppe Pagano, Simmaco Perillo, per citare solo alcuni degli operatori delle cooperative sociali. Ma il pacco è anche colmo di indignazione per le promesse non mantenute, per i colletti bianchi macchiati di sangue, per l’indifferenza di una certa borghesia. Questo è stato scandito a gran voce dall’onorevole Antonio Amato, il presidente della commissione regionale per il riutilizzo dei beni confiscati, il quale ha applaudito alle parole di chi l’ha preceduto, ma allo stesso tempo ha lanciato un monito affinché non rimangano tali.

Luigi De MagistrisCiò sta già avvenendo nel Consiglio regionale della Campania laddove la discussione per il problema dei Budget di Salute pubblica e il mancato versamento delle spettanze da 15 mesi alle cooperative è stato calendarizzato ma la discussione in aula sempre evitata. Giustamente di denuncia, sono anche le parole di Lucia Rea, presidente del consorzio “S.O.L.E.” a partire dai sindaci che quando escono dal Consorzio Antimafia non andrebbero ricandidati. Altro problema riguarda il monopolio effettivo delle mafie negli appalti pubblici, ottenuti perché i camorristi hanno i loro uomini proprio nelle pubbliche amministrazioni. Il consesso è stato chiuso dalle parole di Paolo Siani, il presidente della fondazioni Pol.i.s. Anche per lui parole in salsa agrodolce.

Dopo aver riconosciuto i progressi nella lotta all’antimafia, si pone un interrogativo fondamentale: quale motivo c’è per cui ad un aumento importante dei beni confiscati alle mafie non corrisponde in maniera proporzionale il riutilizzo degli stessi? La lotta al camorrista si concretizza nella seconda fase, ma ancora oggi ci sembrano essere poteri che la impediscono. Quindi, i pacchi hanno valore economico ma anche di testimonianza.

Dopo tutti questi impegni presi, l’anno prossimo si riscontrerà quanti pacchi sono stati comprati nel comune, nella provincia, nella regione e solo dopo potremo dire di aver tenuto fede a tutti i buoni propositi di questa mattinata. Il pacco è quindi un punto di partenza, oltre che un punto d’arrivo,molto c’è su cui riflettere e molte energie devono essere spese per sradicare le mafie dalle nostre terre e dalle nostre coscienze. ma per oggi possiamo dire con orgoglio: società civile 1 mafie 0.

Per informazioni sull’acquisto dei pacchi alla camorra,distribuiti in due formati, si può andare sul sito www.facciamoun paccoallacamorra.com o contattare lo 081/8926528.

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