“L’altro volto di Gomorra”: Solino presenta il libro “La Buona Terra”

di Redazione

Gianni SolinoCASERTA. Il settimanale appuntamento con “Scrittori in carta ed ossa”, vanto e caratteristica della libreria Spartaco di Santa Maria Capua Vetere, ha visto questa settimana come protagonista Gianni Solino.

Solino, fortemente impegnato nell’associazionismo anticamorra in particolare con “Libera” e “Comitato don Peppe Diana” ha presentato la sua seconda opera “La Buona Terra” – storie dalle terre di don Peppe Diana – edito La Meridiana.

Coadiuvato da Salvatore Cuoci, presidente dell’associazione “Scuola di Pace don Peppe Diana”, ha unito attraverso un filo conduttore, storie di eccezionale normalità che vede protagonista la vituperata popolazione di Terra di Lavoro. Questo libro sembra essere l’altro volto, il rovescio della medaglia, di libri quali “Gomorra” & co., lasciando aperto un barlume di luce e speranza basata su esperienze reali di quotidiane battaglie per il riscatto del proprio territorio. L’incontro si è aperto con la lettura delle parole di Jerry Masslo, scappato dall’apartheid sudafricana nella “Speranza di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, per vivere in pace e coltivare il sogno di un domani senza barriere…” ed invece “avere la pelle nera in questo Paese è un limite alla convivenza civile”.

Queste parole, in cui si paventava inoltre la possibilità di morti per accorgersi della loro situazione, furono profetiche. Dopo un anno Jerry fu ucciso in un tentativo di rapina da parte delle squadrone della morte a Villa Literno. Da questo tragico avvenimento un manipolo di 6 medici volontari e un assistente sociale, trae forza per dar vita ad un’attività sanitaria per 2 giorni a settima. Da allora la “Jerry Masslo” ha fatto grandi passi avanti; oltre ad essere presidio sanitario, offre recupero per i tossici, immigrati disagiati e vittime della prostituzione che vengono riabilitate.

Proseguendo questo viaggio, Solino ci descrive la storia di Fortuna e di Antonio due giovani volontari che legati dal loro amore e dalla vocazione umanitaria, hanno dato vita alla casa famiglia “la Compagnia dei Felicioni”.Se chiedi quale sia il segreto della loro felicità ti mostrano i loroquattro figli di cui Tommaso adottato, motivo per cui si sposarono in tutta fretta, e la loro compagnia allargata, fatta di grida e scherzi di bimbi. Una volta passati da Teverola a Trentola Ducenta, i ragazzi hanno occupato un immobile in via Romaniello sottratto alla camorra, il cui possessore, accusatosi poi di 99 omicidi, aveva transennato la strada pubblica divenendone di fatto il proprietario. Grazie all’aiuto di tutti il cancello è stato abbattuto ma non le follie di un’amministrazione che ora vuole sfrattare i ragazzi della casa famiglia.

da sin. Gianni Solino e Salvatore CuociIl percorso del buono della terra ha fatto tappa nei racconti dell’autore a Sessa Aurunca, più precisamente a Maiano dove Simmaco Perillo ha dato vita alla cooperativa “Al di là dei sogni”. Partendo dal progetto della riabilitazione di persone con problemi di saluti mentale o di inserimento, Simmaco e i suoi hanno dato vita ad un sistema di produzione di prodotti tipici che offre lavoro stabile a 15 ragazzi ed altri 15 stagionali. Dopo aver sistemato la struttura conun milione di euro, lo stesso responsabile fu costretto ad intraprendere una lotta con l’amministrazione in quanto la struttura non era a norma e nessuno voleva darne l’agibilità. Presidiando l’intera struttura, Simmaco ha vinto la sua battaglia ed ora, al di là dei sogni è un modello virtuoso sia di riabilitazione che di produttività economica.

Altro modello virtuoso è quello che emerge dalla storia di Peppe Pagano. Giovane casalese,esportato nelle Marche, decide di tornare nelle sue terre ed inventarsi un lavoro. Grazie ad un direttore sanitario sui generis come Franco Rotelli, collaboratore di Basaglia, Pagano si vedrà affidato un gruppo di persone con problemi mentali definiti incurabili. I ragazzi di Pagano, dapprima visti con diffidenza dalla gente, hanno poi saputo riconquistare la propria dignità. Dopo un graduale reinserimento nella società, c’è stato bisogno del lavoro per rendere fruttuosa la giornata. Ecco che cosi’ nasce ironicamente la Nco (Nuova cucina organizzata), ristorante pizzeria, in cui gli ex internati passano da piaghe sociali a soci di una cooperativa sempre in attivo. Romualdo è un esempio tangibile del percorso riabilitativo. Questi, considerato pericoloso per la società e per due anni relegato al letto di contenzione, è divenuto il capo-famiglia di questo piccolo clan. E’ riconosciuto come parte attiva della popolazione e per il suo percorso sociale, è stato insignito della cittadinanza onoraria di San Cipriano d’Aversa.

Questa e tante altre sono le storie che Solino ci propone. Storie di vittorie e di sconfitte nelle terre di camorra, ma storie di persone che hanno deciso di restare nel territorio e di lottare per la riappropriazione della propria dignità.

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