CASERTA. Gli agenti della squadra mobile di Caserta hanno eseguito lordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura della Repubblica, a carico di Ferruccio Topa, 44 anni, di Grumo Nevano (Napoli).
Luomo è ritenuto responsabile, in concorso con il figlio 19enne Raffaele (nella foto), dellomicidio e del tentato omicidio di due giovani di Sant’Arpino, rispettivamente Elpidio Ianniciello, 24 anni, e Giulio Iorio, 22 anni, colpiti con un coltello, per futili motivi, da Raffaele Topa lo scorso 22 giugno, al termine di una partita di calcetto disputatasi al centro sportivo Ludi Atellani di SantArpino. Ianniciello, ferito al collo e in altre parti del corpo, era deceduto prima ancora di giungere al vicino ospedale di Aversa, mentre Iorio, colpito gravemente allemitorace sinistro, era stato trasferito allospedale San Sebastiano di Caserta e sottoposto a un delicato intervento chirurgico, con iniziale prognosi riservata.
Le prime indagini avevano consentito di individuare lautore principale del gravissimo fatto di sangue in Raffaele Topa, già gravato da precedenti di polizia per azioni violente compiute nel corso di competizioni sportive e destinatario di provvedimento di divieto di accedere alle manifestazioni sportive (Daspo), emesso dal Questore di Napoli. Raffaele Topa era stato, perciò, sottoposto a fermo del pubblico ministero e, quindi, alla misura della custodia cautelare in carcere.
Le indagini successive, basate soprattutto su attività di intercettazione telefonica, hanno ora consentito: di identificare in Ferruccio Topa il complice del figlio Raffaele; di ricostruire come – dopo il violento diverbio scoppiato, il 22 giugno tra Raffaele Topa e Ianniciello, appartenenti alla medesima squadra di calcio (degli Street Boys), e dopo che Ianniciello aveva colpito con uno schiaffo il giovane Topa, questultimo si era allontanato dal centro sportivo per ritornarvi di lì a poco, in compagnia del padre, Ferruccio Topa appunto, nonché di altre persone non identificate, armato di un grosso coltello, con il quale aveva colpito ripetutamente Ianniciello e Iorio; di accertare che Ferruccio Topa, prima di fuggire, insieme con il figlio, dal campetto dove Ianniciello e Iorio erano stati così gravemente colpiti, aveva percosso ripetutamente Francesco Iorio, padre del ferito, e lo aveva minacciato per vietargli di rilevare i numeri di targa delle autovetture usate per la spedizione punitiva; di ben delineare la responsabilità e il ruolo di Ferruccio Topa, che, con la sua presenza e il suo comportamento, aveva rafforzato il proposito vendicativo del figlio.