CASERTA. Che la Reggia di Caserta, un tempo il monumento più visitato dItalia, resti chiusa per la giornata di Ognissanti e in pieno ponte dei defunti, solo perché cade di martedi, giornata di ordinaria chiusura, è un ulteriore segno del degrado della gestione del complesso di Palazzo Reale.
Evidentemente la logica applicata dalla Soprintendenza è quella della gestione di una salumeria a conduzione familiare il cui titolare decide di abbassare la saracinesca senza tener in alcun conto le esigenze della cultura, del turismo, della promozione territoriale.
Lo afferma Angelo Polverino, consigliere regionale del Pdl che aggiunge: Sotto la guida della attuale Soprintendente il complesso monumentale di Caserta ha raggiunto il maggiore degrado registrato negli ultimi anni. Facciate interne ed esterne del Palazzo che cadono a pezzi e ricoperte di erba, gli accessi al Belvedere della Cascata da sempre chiusi e inagibili, i giardini reali in completo abbandono, fatta eccezione per il vialetto principale, abusivi che assediato i turisti come nemmeno nei mercati di Bankok accade. E ora cancelli chiusi quando maggiore è la richiesta di turisti e cittadini di accedere alle sale e al parco. A questo punto bisogna immaginare un intervento che passi magari attraverso un raccordo tra gli enti territoriali (Regione, Provincia e Comune di Caserta) e che si traduca in una commissione di monitoraggio e sostegno alla gestione della Soprintendenza che, evidentemente, continua a considerare la Reggia come una cattedrale nel deserto e non un complesso di inestimabile valore che, non a caso, si trova nella città di Caserta, in provincia di Caserta e nella Regione Campania.