TEHERAN. Decine di manifestanti sono penetrati martedì dentro nell’ambasciata britannica a Teheran durante una manifestazione anti-britannica di protesta per le sanzioni decise da Londra contro il programma nucleare iraniano.
Dopo aver superato la resistenza della polizia, la folla ha lanciato pietre, infrangendo i alcuni vetri dell’ambasciata, e molotov, incendiando un piccolo edificio. Le bandiere del Regno Unito e di Israele sono state date alle fiamme e sostituite con quella iraniana. Penetrati nell’ambasciata, i manifestanti hanno incendiato i documenti sottratti agli uffici della sede diplomatica. I dipendenti dell’ambasciata sono fuggiti da un’uscita secondaria. Non è chiaro se l’ambasciatore fosse presente in ambasciata al momento dell’assalto.
Il presidio è stato organizzato anche per esprimere sostegno al recente disegno di legge parlamentare che abbassa il livello dei rapporti tra il ministero degli Esteri iraniano e il Foreign Office britannico. In base al disegno di legge, i rapporti tra Teheran e Londra saranno ridotti al livello di incaricati d’affari e per questo l’ambasciatore britannico avrà due settimane di tempo per lasciare l’Iran.
“È un covo di spie”, dicono i ragazzi davanti alla sede diplomatica. Le stesse parole usate nel 1979 quando un gruppo di studenti (tra questi anche l’attuale presidente Ahmandinejad) avevano occupato l’ambasciata americana prendendo in ostaggio 52 diplomatici.
Immediate le proteste da Londra, dove un portavoce del Foreign Office ha chiesto al governo di Teheran di ”agire urgentemente per riportare la situazione sotto controllo”.